Africa: connettività, c’è molto da fare entro il 2030

di Valentina Milani

Il tasso di diffusione di Internet in Africa è intorno al 43%, con un ampio divario digitale tra aree rurali e urbane e tra uomini e donne. Lo rivela un rapporto di Ecofin Pro, denominato “L’evoluzione degli investimenti digitali di fronte all’esplosione delle esigenze di connettività dell’Africa” secondo il quale il continente avrà bisogno di quasi 250.000 torri di telecomunicazioni e almeno 250.000 chilometri di fibre ottiche aggiuntive per raggiungere una copertura universale entro il 2030.

Questo investimento è fondamentale alla luce dei cambiamenti nelle abitudini nel consumo di Internet e nella domanda di connettività a banda larga, che ha continuato a crescere da quando la crisi pandemica ha accelerato la trasformazione digitale di diversi settori economici e sociali. Il traffico Internet mobile, il più utilizzato, nel 2030 sarà di circa 7,3 gigabyte al mese per utente nel 2024 rispetto agli attuali 1,7 gigabyte.

Nel 2021, gli operatori mobili possedevano il 60% delle torri di telecomunicazione distribuite in Africa. Il resto era di proprietà dei gestori delle infrastrutture di telecomunicazioni. Una ventina di sistemi sottomarini in fibra ottica stanno già atterrando sulle coste del continente ma del numero totale di km di fibra ottica attraverso i paesi africani, gli investitori privati ​​possiedono poco più della metà. Tutte queste infrastrutture sono in gran parte concentrate nelle aree urbane, in un’ottica di rapida redditività ma non favorevole all’inclusione digitale.

Secondo il rapporto la copertura universale, che “richiederà anche il dispiegamento di satelliti, soluzioni Wi-Fi e altre innovazioni” dovrà raggiungere una popolazione stimata di quasi 1,1 miliardi di nuovi utenti unici, inclusi 100 milioni di persone che vivono in aree rurali remote, attualmente oltre la portata delle tradizionali reti mobili cellulari. Un’operazione di connettività che richiederà un investimento di quasi 100 miliardi di dollari e per cui nessun attore potrà raggiungere da solo l’obiettivo del 2030 e sopportare il fardello di un simile investimento. La mobilitazione di questa somma richiederà la collaborazione di vari attori strategici. 

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