Secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i morti sulle strade del mondo sono ogni anno 1,35 milioni. La metà di loro sono pedoni, ciclisti o motociclisti. Gli incidenti sono la principale causa di morte tra i 15 e i 29 anni. L’Africa rimane il continente più colpito e la strada uccide più di Aids, tubercolosi o malattie diarroiche.
Il numero di morti varia da più di 9 a più di 26 per 100.000 abitanti. Le Americhe e l’Europa hanno i tassi più bassi, mentre l’Africa e il Sud-Est asiatico hanno l’incidenza più elevata. Legislazione e comportamenti stanno cambiando per quanto riguarda la gestione della velocità, il controllo del tasso di alcol durante la guida, la necessità di indossare un casco o una cintura di sicurezza. Tuttavia, le prospettive di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020 non possono essere realizzate. Secondo l’Oms, si deve rafforzare la volontà politica di combattere gli incidenti e dev’essere incoraggiata la responsabilità di pedoni e autisti.
L’Africa rimane il continente più colpito. Pedoni e ciclisti sono particolarmente vulnerabili a causa delle infrastrutture di basso o bassissimo livello. A ciò si deve aggiungere la mancanza di servizi di emergenza o semplicemente una rapida intervento per salvare una vita.