Per ogni dollaro investito nel massiccio programma Africa’s Great Green Wall (Ggw) per combattere la desertificazione e limitare il degrado del suolo nella regione del Sahel, gli investitori possono aspettarsi un rendimento medio di 1,2 dollari: a dimostrarlo un nuovo studio costi-benefici condotto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e pubblicato su Nature Sustainability.
Nonostante l’insicurezza e l’ambiente aspro e secco di questa fascia estesa per 8000 km in tutto il continente, dal Senegal a ovest a Gibuti a est, “gli investitori possono ottenere un utile ritorno sul loro investimento negli sforzi per ripristinare la terra”, afferma Moctar Sacande, coordinatore dei progetti internazionali presso la Divisione forestale della Fao e uno degli autori principali dello studio, incentrato sulla valida proposta commerciale rappresentata dagli interventi di ripristino del territorio.
L’analisi utilizza dati di campo e satellitari per tracciare il degrado del suolo nel periodo 2001-2018 e quindi confronta i costi e i benefici del ripristino del suolo sulla base di diversi scenari adattati ai contesti locali, in particolare attraverso la semina di specie arboree resistenti. Con il supporto tecnico della Fao, più di 500 comunità hanno visto una maggiore sicurezza alimentare e opportunità di redditi tramite l’uso della biodiversità locale nel ripristino del suolo.
Tuttavia l’area totale che il programma Ggw comprende rimane limitata, con soli quattro milioni di ettari sui 100 milioni previsti. Inoltre devono ancora essere chiaramente delineati i dettagli concreti su come accedere al totale di circa 20 miliardi di dollari già impegnato a livello internazionale per sostenere l’espansione del progetto e, avverte Sacande, a meno che una parte di quei finanziamenti non venga consegnata con urgenza, potrebbe essere troppo tardi per la semina volta a catturare le limitate precipitazioni previste a giugno e luglio.