Africa occidentale: Fao, il prezzo dei cereali rimane alto

di Enrico Casale
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I prezzi dei cereali in Africa occidentale hanno cominciato a diminuire – o a stabilizzarsi in alcuni casi – a settembre, ma rimangono più alti rispetto al 2020, secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) sul monitoraggio e l’analisi dei prezzi alimentari.

Fao precisa che i prezzi sono rimasti ben al di sopra dei livelli del 2020, sostenuti da una forte domanda interna e di esportazione. Altri fattori rilevanti sono i costi di produzione e le continue interruzioni dovute all’insicurezza nella regione di Liptako-Gouma, nella regione del Sahel centrale e in parti della Nigeria e del Ciad secondo Fao. In alcune zone, inoltre, le inondazioni hanno portato a perdite di raccolto che sono anch’esse tra le cause dei prezzi elevati.

In Mali – specifica Fao – i prezzi del miglio e del sorgo sono aumentati di circa il 20 per cento rispetto all’anno scorso. La situazione della sicurezza ha inoltre interrotto la commercializzazione nelle regioni centrali e orientali del Paese. In Niger i prezzi sono più alti del 15 per cento nelle zone di conflitto. In Burkina Faso, anche i prezzi del mais, del miglio e del sorgo sono in aumento del 20-30 per cento nonostante il raccolto.

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