La polizia ambientale olandese in un rapporto pubblicato a inizio mese ha denunciato la pericolosità per sanitaria dei carburanti altamente tossici e cancerogeni esportati nei paesi dell’Africa occidentale dai porti di Amsterdam e Rotterdam.
L’Africa verrebbe dunque intossicata da carburanti di bassa qualità che non rispetterebbero gli standard di produzione europei. I produttori e gli esportatori europei “mancherebbero di trasparenza sulla composizione dei loro prodotti”. Mali, Benin, Costa d’Avorio, Nigeria e Togo sarebbero fra i destinatari del carburante “sporco” stoccato nei porti olandesi ed esportato presumibilmente per aumentare i profitti su un prodotto scadente.
Il rapporto non nomina direttamente le società colpevoli ma disegna un ritratto preciso della filiera che esporta dai Paesi Bassi e che coinvolgerebbe giganti dell’intermediazione petrolifera come le svizzere Vitol, Gunvor, l’anglo-svizzere Glencore o ancora Trafigura, oltre a compagnie petrolifere come Total, Shell, BP, Lukoil, Exxon Mobil, e Petrobras.
Già nel settembre del 2016 l’Ong Public Eye aveva denunciato questo traffico di carburante di bassa qualità in un rapporto chiamato “Dirty Diesel”, in cui si rivelava che in Africa veniva esportato carburante con quantità di zolfo 300 volte superiori rispetto a quelle permesse in Europa oltre ad altre componenti estremamente dannose, ricorda France 24.