Africa orientale – Ape, Eac e Ue trattano ancora

di Enrico Casale
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I Paesi dell’Africa orientale firmeranno accordi commerciali separati con l’Unione europea (Ue) se non si raggiungerà un accordo congiunto entro i prossimi quattro mesi. Ad affermarlo i leader regionali al termine di un incontro che si è tenuto venerdì ad Arusha (Tanzania). Hanno partecipato il presidente della Tanzania John Magufuli, il presidente ugandese Yoweri Museveni, il presidente ruandese Paul Kagame e il presidente keniota Uhuru Kenyatta.

La Comunità dell’Africa orientale (Eac) e l’Ue sono da anni ai ferri corti sul tema del cosiddetto accordo di partenariato economico (Ape), che dovrebbe servire a sostituire gli accordi commerciali preferenziali decisi dall’Organizzazione mondiale del commercio.

«Il vertice ha deciso che l’Eac tratterà con l’Ue per ottenere chiarimenti sulle questioni che destano maggiore preoccupazione. Successivamente, gli Stati partner potranno o meno firmare l’Epa», hanno detto i leader dell’Africa orientale in una dichiarazione congiunta.

Kenya e Ruanda hanno firmato l’accordo nel 2016 ma, per entrare in vigore, l’intesa ha bisogno dell’approvazione di tutti gli altri membri del blocco (Uganda, Tanzania, Sud Sudan e Burundi). Al vertice, Museveni ha passato le consegne della presidenza dell’Eac a Paul Kagame, che è anche l’attuale presidente dell’Unione africana.

L’Eac ha lanciato un mercato comune nel 2010, ma non ha ancora una moneta unica. L’unione commerciale ha comunque un prodotto interno lordo di 146 miliardi di dollari. L’obiettivo dichiarato era una federazione politica, anche se su questo versante non si è ancora fatto abbastanza.

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