In Africa orientale, la crescente instabilità politica sta portando a una forte crescita delle spese militari e per la sicurezza interna. A guidare la classifica delle nazioni con il budget «militare» più elevato è il Kenya.
Per fronteggiare la minaccia della milizie jihadiste di al Shabaab e per contrastare una criminalità interna sempre più aggressiva, Nairobi ha stanziato, per il biennio finanziario 2016-2017, 2,64 miliardi di dollari: 1,24 per le forze armate e i servizi di intelligence e 1,4 per il ministero degli Interni. Rispetto al bienni precedente c’è stato un incremento di 400 milioni di dollari. «Siamo sensibili – ha dichiarato al sito del periodico «The East African», Henry Rotich, Segretario di Gabinetto del tesoro nazionale – alla sfida che viene portata alla nostra sicurezza nazionale sia dal terrorismo jihadista sia dalla radicalizzazione dei nostri giovani». Rotich ha spiegato che gli investimenti hanno anche consentito l’installazione di telecamere di sorveglianza in punti strategici e nelle strade di Nairobi e Mombasa.
Secondo un’indagine di «Afrobarometer», il Kenya, che mantiene proprie truppe in Somalia per contrastare l’espansionismo delle milizie al Shabaab, oltre a essere leader nella regione dell’Africa orientale, occupa il sesto posto nel continente per spese militari dopo Algeria, Nigeria, Mauritius, Capo Verde e Madagascar.
Ma il Kenya non è il solo a rafforzare il budget. La Tanzania ha intrapreso la modernizzazione del settore della sicurezza, con uno stanziamento 838 milioni di dollari, anche se sono stati effettuati tagli eliminando alcuni benefit dei quali godevano i militari (come sgravi da imposte in mense e negozi). In Uganda, che mantiene anch’essa truppe in Somalia, il Tesoro ha stanziato 468 milioni di dollari. Più difficile capire quanto investa il Ruanda nel comparto difesa e sicurezza. Secondo alcune stime, nel biennio 2015-2016, il Paese ha stanziato 230 milioni. Alcune fonti sostengono che il budget fosse più elevato e che nel biennio 2016-17 crescerà ulteriormente a discapito di altri settori. L’instabilità del Burundi e della Repubblica Democratica del Congo mantengono elevato il livello d’allarme a Kigali.