Piogge torrenziali si stanno abbattendo su tutta l’Africa orientale: i Paesi più colpiti sono il Kenya e la Somalia. Nel primo caso, nelle ultime quattro settimane alluvioni, frane e smottamenti hanno causato la morte di almeno un centinaio di persone e costretto altre 200mila ad abbandonare le proprie case. In Somalia la situazione è ancora più grave: si stima mezzo milione di sfollati. Etiopia e Gibuti hanno inviato truppe per supportare le istituzioni nella gestione dell’emergenza.
Terribili le testimonianze che arrivano dalla regione. «Sono già tremila gli sfollati. Le comunità sono sconvolte», dichiara Arthur Mwai, operatore di Amref che opera nei pressi del fiume Galana, in Kenya. Il fiume è esondato a causa delle forti piogge che si sono abbattute sul Paese, per poi riversarsi nelle sue antiche pianure alluvionali travolgendo le comunità locali.
«Abbiamo avuto due o tre anni di grande siccità; poi tutto di un colpo alla fine di marzo – inizio di aprile è cominciato a piovere ogni giorno. Quindi sono arrivate le inondazioni, tipiche lungo i fiumi Uebi Scebeli e Giuba, con perdite di vite umane, perdite per gli agricoltori, perdite dei campi», racconta mons. Giorgio Bertin, amministratore apostolico di Mogadiscio e vescovo Gibuti.
«Molte persone nel corso degli anni hanno stabilito proprio in quelle che erano verdi terre le loro dimore – spiega l’operatore -. Poi negli ultimi giorni è arrivata pioggia, così tanta che a un tratto è sparito il confine tra cielo e terra. Gli argini del fiume non hanno tenuto e d’improvviso è stata solo acqua, acqua e fango. A migliaia sono stati improvvisamente costretti ad abbandonare le loro case». Famiglie che hanno perso tutto quello che avevano.
«La risposta all’emergenza è stata finora positiva, con l’esercito keniano che ha attivato la sua flotta aerea per recuperare e spostare le persone verso terreni più alti e presso rifugi e campi per sfollati gestiti dalle varie Ong presenti sul territorio – prosegue Arthur -. L’evento atmosferico ha chiaramente sconvolto le comunità».