Africa orientale flagellata dal maltempo

di Enrico Casale
somalia

I meteorologi prevedono nuove precipitazioni sulla Somalia. Le piogge peggiorerebbero la già delicata situazione causata dalle inondazioni. Hajir Maalim, direttore regionale di Action Against Hunger, l’ha già definita la peggiore alluvione degli ultimi anni. Circa 273.000 somali hanno dovuto lasciare le loro case; in parti del Sud Sudan, colpito anch’esso dalle inondazioni, più di 600.000 persone sono state costrette a fuggire davanti all’avanzata delle acque. Mercoledì scorso, il presidente del sud-sudanese Salva Kiir ha dichiarato lo stato di emergenza.

Il vicecapo dell’ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento umanitario nel Sud Sudan, Andrea Noyes, ha affermato che gli operatori umanitari hanno organizzato spedizioni per aiutare le vittime delle inondazioni. «Dobbiamo muoverci con l’acqua fino alle ginocchia o alle cosce per raggiungere le persone bisognose», ha detto.

Non ci sono dati affidabili sulle precipitazioni per Somalia e Sud Sudan, ma sono disponibili i dati per il Kenya, che mostrano quanto siano stati molto alti i livelli delle precipitazioni durante il mese di ottobre. Il 16 ottobre, sulla città portuale di Mombasa sono caduti 118,5 millimetri di pioggia, ovvero circa la media mensile in un giorno solo.

Queste precipitazioni così abbondanti, secondo i meterologi interpellati dalla Bbc, si verificano quando la parte occidentale dell’Oceano Indiano diventa significativamente più calda della parte orientale. Non è chiaro se ciò sia direttamente attribuibile alle recenti inondazioni, ma questo fenomeno aumenta il rischio di precipitazioni eccessive.

Una pioggia più intensa dovrebbe colpire la Somalia sabato, provocata dal ciclone Kyarr. Si prevede che la pioggia continui durante il fine settimana e nella prossima settimana. Kyarr si è formato nel Mar Arabico e vi è rimasto per circa 10 giorni. A un certo punto è diventato una tempesta superciclonica, la prima nel Mar Arabico dal 2007, prima di indebolirsi considerevolmente.

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