Mentre il mondo guarda con apprensione la diffusione del coronavirus, l’Africa orientale è travolta dall’invasione di sciami di locuste. Secondo le Nazioni Unite, la popolazione di insetti ha raggiunto la dimensione di 100-200 miliardi di esemplari. Partita dallo Yemen e diffusasi poi nell’Africa orientale ha colpito Kenya, Somalia ed Etiopia, zone in cui «vivono 13 milioni di persone in una situazione di insicurezza alimentare acuta, di cui 10 milioni proprio nei luoghi colpiti dalle locuste», ha spiegato il capo degli affari umanitari dell’Onu, Mark Lowcock. E 20 milioni di abitanti si trovano in condizioni di insicurezza alimentare non grave, per cui la situazione umanitaria potrebbe deteriorarsi ancora di più. Ma le previsioni della Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, indicano che la situazione potrebbe peggiorare. Domenica i primi sciami hanno raggiunto Uganda e Tanzania. Il loro arrivo nei due Stati era previsto e il governo di Kampala e quello di Arusha hanno adottato misure di emergenza per far fronte alla minaccia.
Dopo l’avvistamento di diversi sciami nella regione di Karamoja nel Nord-Est, il governo di Kampala ha inviato due elicotteri dell’esercito per portare in loco equipaggiamenti di emergenza. Il ministero dell’Agricoltura afferma di aver reso disponibili 36mila litri di pesticidi da spruzzare sulle aree invase e 2.000 soldati sono stati mobilitati. Più a Sud, in Tanzania, sono stati segnalati sciami in villaggi vicino al Monte Kilimanjaro. Altri potrebbero presto raggiungere Sud Sudan e Burundi.
La situazione rimane quindi «estremamente preoccupante», afferma la Fao. L’agenzia delle Nazioni Unite riferisce che la deposizione e la cova delle uova da parte delle locuste è iniziata «su larga scala» in Kenya, Etiopia e Somalia. Ciò rappresenta «una minaccia senza precedenti per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza e sussistenza nella regione». Questa riproduzione, «al di sopra del normale» (era settant’anni che non si vedeva un simile fenomeno), secondo la Fao, riguarda anche le locuste in Arabia Saudita, Eritrea e Sudan.
Il direttore per le emergenze della Fao, Dominique Burgeon, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per raccogliere 76 milioni di dollari necessari per debellare la minaccia. Ad ora, l’organizzazione ne ha ricevuti solo 21 milioni. Senza fondi, le locuste potrebbero diffondersi ulteriormente e l’emergenza si tramuterebbe in una catastrofe.