Creare un’alleanza di tutti i popoli oppressi contro la discriminazione e la segregazione razziale. Fu questo il motivo che, nel marzo 1957, portò Martin Luther King, di cui oggi si ricordano i 50 anni dalla tragica morte, in Africa per partecipare alla cerimonia di indipendenza del Ghana. King, che lotterà tutta la vita per i diritti civili delle popolazioni nere degli Stati Uniti volle, compiere questo viaggio per allacciare i rapporti con il continente e, come diremmo oggi, creare un’alleanza globale dei popoli che lottavano per la propria libertà e la propria autodeterminazione.
La sua visita in Ghana seguì di pochi mesi il famoso boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery (Alabama) in cui per la prima volta le popolazioni degli Stati del Sud degli Usa si ribellarono pacificamente al sistema di discriminazione dei bianchi. Nella sua visita in Ghana, King riconobbe un forte parallelo tra la resistenza contro il colonialismo europeo in Africa e la lotta contro il razzismo negli Stati Uniti.
King arrivò ad Accra, la Gold Coast (che presto sarebbe stata Ghana), il 4 marzo e partecipò ad un ricevimento dove incontrò il vicepresidente Richard Nixon. King disse a Nixon: «Voglio che tu venga a trovarci in Alabama, dove stiamo cercando lo stesso tipo di libertà che la Gold Coast sta celebrando». Il giorno seguente, King partecipò alla cerimonia di chiusura del vecchio parlamento britannico. Alla cerimonia, Nkrumah e i suoi ministri indossarono i loro cappelli della prigione, a simboleggiare la loro lotta per conquistare la libertà del Ghana. King scrisse: «Quando ho guardato e ho visto il primo ministro con il suo berretto da carcere, ho capito che la libertà non è mai facile. Viene attraverso il duro lavoro e passa attraverso la fatica».
A mezzanotte, il 6 marzo, King partecipò alla cerimonia ufficiale in cui la British Union Jack fu abbassata e la nuova bandiera del Ghana fu sollevata e la colonia britannica della Gold Coast divenne la nazione indipendente del Ghana. In seguito King ricordò: «Mentre uscivamo, abbiamo notato che la popolazione aveva aspettato questo momento per anni. Ho iniziato a piangere di gioia. E sapevo di tutte le lotte, di tutto il dolore e di tutta l’agonia che queste persone avevano attraversato per questo momento».
Intervistato, King commentò la sua visita: «Questo evento, la nascita di questa nuova nazione, darà slancio ai popoli oppressi di tutto il mondo. Penso che avrà implicazioni e ripercussioni a livello mondiale. Rinnova la mia convinzione nel trionfo finale della giustizia».