Pamela Badjogo è una cantante originaria di Libreville, domiciliata a Bamako e che è stata sorpresa dal confinamento a Lione, dove si trovava per registrare il suo brano più recente, con annesso videoclip: Respectez-nouz è uscito l’8 maggio.
Guardatelo e ascoltatelo. È un brano afropop che, con molto colore e leggerezza apparente, ci porta dentro un tema caldo della realtà africana e non solo, che le chiusure imposte dal Covid-19 hanno reso più drammatico che mai: i maltrattamenti coniugali. «Se Fatoumata è stata picchiata in cucina all’ora di cena, in fondo non se lo meritava? Aveva cucinato veramale male», è l’attacco brioso.
La denuncia della violenza contro le donne è un tema ricorrente nella produzione di questa artista che, con altre musiciste e cantanti, ha dato vita a Les Amazones d’Afrique, un collettivo femminista – di cui fanno parte tra le altre, Angelique Kidjo e Mariam Doumbia del duo Amadou & Mariam – che si richiama alle amazzoni di Dahomey, contingente militare formato da sole donne e attivo in Benin fino alla fine del 19° secolo, che si era distinto nella resistenza al colonialismo. Si veda per esempio il pezzo Ngoka, pubblicato alla fine del 2019, che apparirà sul suo secondo album Kaba, la cui uscita è stata rinviata a fine anno proprio a causa della crisi sanitaria.
Pamela Badjogo abitualmente canta in bakaningui, la sua lingua madre. In questa occasione però ha scelto il francese per raggiungere un pubblico più ampio: in un momento in cui, a causa del virus, tutti i concerti e i festival sono stati annullati e agli artisti indipendenti bisogna adattarsi alle logiche dello streaming per guadagnarsi da vivere.