Questo è un libro da sperimentare, più che da recensire. Vi sono raccolte una trentina di “ricette” da ogni parte del mondo – mediamente quattro pagine e un disegno (dello stesso autore) ciascuna – accomunate dal fatto di essere totalmente inconsuete per i nostri palati, e dunque a rischio disgusto. Ma, come fa notare l’autore, mai come oggi è stato possibile accedere a ogni sorta di nutrimento. Approfittiamone, dunque. In molti casi non è neppure necessario allontanarsi dalle nostre città per assaggiare prelibatezze altre.
Attenzione, però: «Prelibato e disgustoso sono categorie fuorvianti – avverte Devin –. Troppo soggettive. Troppo culturalmente programmate. Con i cibi degli altri dobbiamo far piazza pulita dei nostri preconcetti, vincere le nostre resistenze». Sinceramente, non dev’essere sempre così facile, tra polpette di moscerini, blatte fischianti del Madagascar (da mangiare anche vive) e fetidi frutti chiamati durian (apprezzati nel Sud-est asiatico). In ogni caso, ancor prima che di culinaria qui si tratta di antropologia divulgativa: l’autore è infatti un antropologo, che si è dedicato in modo speciale ai pigmei Baka sottoponendosi anche alla loro iniziazione (La foresta ti ha, Castelvecchi). Presso di loro ha avviato anche la sua esplorazione dei gusti dei popoli del mondo, che ora ci propone. Una delle vie possibili (… forse qualche volta un po’ indigesta!) per tentare di guarire dal nostro eurocentrismo.
Sonzogno, 2016, pp. 153, € 15,00
(Pier Maria Mazzola)