di Claudia Volonterio
Tra le immagini più iconiche di questo Mondiale in Qatar c’è sicuramente quella del centrocampista della Nazionale marocchina, Sofiane Boufal (nella foto), mentre balla assieme alla sua mamma a fine partita, pieno di gioia per la vittoria della sua squadra contro il Portogallo e per la qualificazione per la prima volta nella storia alla semifinale. Ma non è la sola immagine, tanti i momenti toccanti come questo. Oltre ad aver stabilito un nuovo ordine nel calcio mondiale, il Marocco ha trasmesso emozioni e molte delle quali sono legate alle loro figure famigliari, protagoniste anche loro sulla scena. I legame con i loro affetti ha molto a che fare con il calcio, non più solo un gioco, ma un’occasione per parlare alle proprie radici.
L’abbiamo visto in diretta o più tardi sui social, al triplice fischio dell’arbitro che ha decretato la fine della partita di sabato tra Portogallo e Marocco, sono cominciati i festeggiamenti per la qualificazione del Marocco alle semifinali. Scene di entusiasmo dopo la vittoria della Nazionale di Walid Regragui hanno interessato diverse parti del mondo e la gioia incontenibile dei tifosi ci ha coinvolti. Forse perché questo traguardo non ha a che fare unicamente con il calcio. Quella di sabato è stata una grande vittoria non solo per il Marocco, ma anche per tutta l’Africa.
Protagonista delle partite è stata la commovente partecipazione dei famigliari dei calciatori, che l’allenatore del Marocco ha voluto presenti in prima persona, un’ottima “strategia morale” riporta il Guardian, che può solo aiutare i giocatori. Ma non si tratta solo di questo, ma di un legame che va oltre: “Il nostro successo non è possibile senza la felicità dei nostri genitori”, ha commentato Walid. Mamme, mogli, padri, figli, c’erano tutti durante le partite e dopo.
Dopo la qualificazione di sabato Sofiane Boufal ha chiamato la sua mamma in campo a fine partita e ha improvvisato una danza insieme a lei, rivolgendole un sorriso e uno sguardo tra l’incredulo e il felice. “Ha sacrificato la sua vita per me. Sono diventato professionista per lei”, ha commentato a CBS Sport. Dietro i successi di uno sportivo c’è spesso una famiglia che fa sacrifici. Da bambino Boufal vedeva sua madre lavorare duramente e andare a lavorare tutti i giorni alle 6 del mattino per guadagnare abbastanza per aiutarlo nel suo percorso.
Gioiosi e ed emozionanti sono anche i momenti di affetto tra il giocatore Youssef En-Nesyri e suo padre o ancora di Yassine Bounou mentre gioca con suo figlio, che si è provato i guantoni da portiere del padre.
Un’altra toccante immagine è stata quella del difensore del Marocco Achraf Hakimi e di sua madre Saida Mouto che si sono abbracciati e baciati sugli spalti. Dopo il suo decisivo calcio di rigore contro la Spagna negli ottavi, Hakimi si è precipitato in tribuna per dare un bacio sulla fronte a sua madre, seguito da un post su instagram con tanto di didascalia “Ti amo, mamma”. Un riconoscimento per il lavoro e la fatica dei genitori per portarlo a quel traguardo. Emigrati in Spagna dal Marocco, entrambi hanno lavorato sodo come collaboratrice domestica e venditore ambulante di frutta e verdura. “Oggi combatto ogni giorno per loro. Si sono sacrificati per me” è il commento di Hakimi che, come Cheddira per l’Italia, avrebbe potuto scegliere di giocare per il Paese dove è nato, la Spagna, ma ha preferito seguire il cuore e le sue origini.
Dietro la commozione e la bellezza di quelle scene c’è un significato profondo. Quattordici su ventisei giocatori del Marocco appartengono alla diaspora e sono nati o vivono in Stati diversi da quello di cui sono originari i propri genitori. Le dimostrazioni di affetto e gratitudine parlano sicuramente di un modo di vivere i sentimenti e i legami famigliari, soprattutto quando questi sono stati così decisivi per la propria carriera sportiva. Abbracciare la mamma dopo la partita, scegliere di gareggiare per il Marocco anche se si è cresciuti altrove è una forma di rispetto per il passato dei genitori, un modo per abbracciare le proprie origini e onorare le proprie radici alle quali i giocatori si sentono ancora profondamente legati.