Aids, cala il numero di contagi e di morti

di Enrico Casale
aids in africa

aids in africaTra il 2000 e il 2014, le infezioni di Hiv-Aids sono diminuite di oltre un terzo e il numero di morti è drasticamente calato. Lo ha annunciato ieri, martedì 14 luglio, Ban Ki-moon, il Segretario generale dell’Onu. Se questo trend continuerà, i vertici dell’Onu sperano di debellare l’epidemia entro il 2030. «Il mondo è in corsa per una generazione senza Aids», ha detto il Segretario generale.

In effetti i dati danno adito alla speranza. Dal 2000, il numero di infezioni è sceso del 35%, crollando di quasi il 60% nei bambini. La mortalità è poi scesa di poco più del 40% dal picco del virus registrato nel 2004. I buoni risultati sono dovuti alle migliori cure di cui dispongono i pazienti. Soprattutto le terapie antiretrovirali che sono sempre più conveniente e più efficaci.

L’Africa resta comunque il continente più colpito con oltre il 70% dei casi registrati a livello mondiale e con quasi 26 milioni di persone che convivono con l’Aids (concentrati nelll’Africa sub-sahariana). Tra i Paesi più colpiti ci sono Nigeria, Sudafrica e Uganda. Queste tre nazioni, da sole, rappresentano oltre la metà delle nuove infezioni nella regione nel 2014. Anche nell’Africa sub-sahariana comunque il numero di decessi per Aids è in calo: -48% tra il 2000 e il 2014.

Secondo gli esperti dell’Onu, per arginare l’epidemia in Africa entro il 2030, «devono essere meglio coordinate le cure, va migliorata la diagnostica e la prevenzione ed è necessario aumentare il numero di circoncisioni volontarie tra gli uomini». Gli esperti delle Nazioni Unite indicano come un buon modello da seguire quello dell’Etiopia dove i dispositivi sanitari distribuiti in tutto il Paese hanno portato alla diminuzione del 70% dei decessi per Aids tra il 2005 e il 2014.

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