L’attrice Aïssa Maïga, volto noto del piccolo e del grande schermo, ha lanciato un progetto ambizioso che mira a neutralizzare i soliti cliché sul continente. Fornendo formazione e nuovi mezzi a blogger e giornalisti africani.
«Sei troppo bella per essere nera». Chi ha rivolto questo “complimento” ad Aïssa Maïga voleva forse essere galante. «Invece si è dimostrato solo uno stupido razzista», commenta l’attrice, nata a Dakar da madre senegalese e padre maliano. Ha studiato recitazione a Parigi e, dopo la gavetta in teatri di periferia, ha debuttato a 21 anni nel cinema, dove ha interpretato svariati personaggi in film d’azione e commedie. Il successo è arrivato nel 2006 con un ruolo da protagonista in Bamako, film del regista mauritano Abderrahmane Sissako, con cui ha conquistato pubblico e critica. In Francia, dove compare ogni sera in una serie poliziesca, è tra i volti più amati della tivù. In Italia si è fatta notare sul grande schermo in Bianco e nero di Cristina Comencini (con Fabio Volo e Ambra Angiolini) e nel più recente Ha i tuoi occhi (regia del martinicano Lucien Jean-Baptiste), dove si cala nei panni di una donna che adotta, con il marito africano, un figlio bianco. «Una pellicola che ribalta il paradigma stesso del concetto di razzismo», fa presente Aïssa, che da tempo ha deciso di impegnarsi per combattere i pregiudizi e gli stereotipi sull’Africa.
«Guerra, miseria, malattie: sono le notizie che i media occidentali divulgano quando si occupano del continente – argomenta –. Sempre immagini di dolore e violenza. Mai una nota di speranza, mai un segno positivo. Il problema, è ovvio, sta anzitutto nello sguardo miope e nell’ignoranza di chi diffonde una certa informazione».
Per promuovere una nuova narrazione dell’Africa, l’attrice ha abbracciato la causa dell’associazione Slice Up, di cui è divenuta fiera portavoce, che sostiene il lavoro di giornaliste e blogger africane. «Organizziamo corsi di formazione gratuiti e forniamo strumenti tecnologici affinché possano comunicare con maggiore efficacia un’immagine più autentica dei loro Paesi», spiega con una punta di orgoglio. In Mauritania, grazie a una campagna di crowdfunding, dodici aspiranti videomaker hanno frequentato lezioni di regia e montaggio. In Togo e Ruanda, due esperti di web hanno tenuto workshop di comunicazione digitale per giovani blogger locali. «E in Africa occidentale abbiamo lanciato Mapp Up, una piattaforma geolocalizzata di contenuti giornalistici, una sorta di mappa interattiva che mette in evidenza reportage, articoli e immagini diffusi da blogger e cronisti locali».
(Irene Fornasiero)