Le parole che seguono spiegano bene cosa significa aiutare gli africani a casa loro, frase abusata da molti politici italiani che la pronunciano, molto spesso, senza sapere esattamente cosa significhi concretamente. Quelle che vi apprestate a leggere sono parole di Antonio Tajani, presidente del parlamento dell’Unione Europea. Si tratta della dichiarazione resa ai giornalisti dopo un incontro con il direttore generale della FAO.
“La poverta’, la fame, la carestia in Africa sono flagelli che dobbiamo affrontare con urgenza…A causa della mancanza di lavoro, acqua e cibo, in Africa milioni di persone muoiono o vivono di stenti. Questi fenomeni sono aggravati dai cambiamenti climatici e dalla relativa desertificazione di migliaia di ettari coltivabili…Molte famiglie sono costrette a spostarsi lungo rotte migratorie sempre piu’ pericolose, mettendo a rischio la loro vita nel deserto o in mare” ha continuato Tajani. Non e’ piu’ tempo di parole: dobbiamo intervenire in maniera concreta per dare risposte a questi problemi epocali. Nel prossimo bilancio dell’Unione Europea serve un Piano Marshall per l’Africa dotato di almeno 40 miliardi di euro per stimolare la crescita del continente. Nel quadro di una robusta diplomazia economica, dobbiamo promuovere un’agricoltura moderna e creare una base manifatturiera, anche partendo dalla trasformazione sul posto di prodotti e creando una filiera agro-alimentare. Servono anche trasferimenti di tecnologie per migliorare l’approvvigionamento idrico e la resa dei terreni . In questo modo potremo dare opportunità e speranze ai giovani africani nei loro Paesi. E’ questa l’unica via per risolvere alla radice la questione dei flussi migratori. Non possiamo piu’ stare a guardare da lontano l’Africa con occhiali europei; dobbiamo essere attivi sul continente con occhiali africani”.
Queste parole di Tajani, come detto, sono molto chiare. Mancano però di ciò che signica concretamente la loro attuazione. Per esempio, se bisogna “creare una base manifatturiera” significa che materie prime minerarie e agricole non possono esssere esportate appena estratte o colte, bisogna lavorarle sul posto in modo da dare lavoro, distribuire stipendi, creare un potere d’acquisto e una domanda interna. In questo modo si distribuisce la ricchezza. Ma questo è un grave danno economico per le multinazionali che operano in Africa e per i paesi che vi sono a capo perché significa trasferire lavoro dall’Europa all’Africa.
Poi, sempre in riferimento a queste parole esemplari pronunciate da Tajani, bisogna fare due precisazioni. La prima: quei 40 miliardi di piano Marshall che evoca il presidente del parlamento europeo non devono essere distribuiti a pioggia, ai governi africani perché in molti casi se ne impossesserebbero le classi politiche al potere che metterebbero in atto politiche per fermare le migrazioni (questione che interessa fortemente i governi europei). Secondo: bisogna sapere che applicare le parole di Tajani non porta risultati immediati. Ci vuole tempo, anni non mesi.