di Annamaria Gallone
Al cinema dal 27 ottobre non perdete Questa notte parlami dell’Africa, opera prima diretta da Carolina Boco e Luca La Vopa. La nostra esperta di cinema africano, Annamaria Gallone, l’ha visto in anteprima e ci offre la sua recensione
Per molti l’Africa è un sogno di libertà e bellezza, come lo è per Emma, protagonista del film Questa notte parlami dell’Africa, avvocatessa pugliese in carriera, trascurata dal marito sempre in viaggio, distrutta dalla morte della madre. La giovane donna in crisi decide di partire per il Kenya, dove ritrova la sua amica di tanti viaggi, Fé, che l’accoglie con gioia e la mette in contatto con un’associazione di attivisti impegnati a proteggere dai bracconieri la fauna e ad aiutare la popolazione locale.
Emma è entusiasta e collabora con l’associazione, come stesse vivendo una splendida avventura. Lei e l’amica ridono spesso (forse un po’ troppo), saltando e ballando per la gioia.
Il fondatore dell’associazione, Dylan, è un giovane uomo vissuto, che da subito esercita su Emma un grande fascino. Durante una missione in cui il gruppo si accampa, i due fanno appassionatamente l’amore e la donna riesce ad abbandonarsi, riscoprendo dopo tanto tempo la sua sessualità e la sua capacità di donarsi.
Purtroppo, Emma non tarda a scoprire anche il lato più oscuro della “sua” Africa, assistendo a uno scontro mortale con i bracconieri. E scopre anche la corruzione che accomuna bianchi e neri tesi ad approvvigionarsi di avorio per un commercio estremamente redditizio. Anche Dylan viene ucciso.
L’altra protagonista è Nuri, una bellissima ragazza africana, che passa le sue poche ore libere nella biblioteca scolastica del villaggio, leggendo avidamente e sognando Paesi lontani, dove amerebbe viaggiare. La notte, sulla parete accanto alla brandina, disegna con il dito mappe geografiche. Nuri, però, appartiene a una famiglia musulmana estremamente rigida, che ne limita il più possibile la libertà e vuole costringerla a sposare un parente che coglie ogni occasione per insidiarla. In biblioteca incontra Emma, con la quale nasce una profonda amicizia, e Finn, un giovane attivista dal passato burrascoso (e dal forte accento romano) … Il ragazzo è interessato alla giovane africana, che si innamora e per lui trasgredisce le regole della famiglia. Ne deriva una tragedia, perché la ragazza è ormai disonorata e la data del matrimonio che la ripugna viene affrettata. A questo punto Emma e Nuri devono affrontare una scelta decisiva.
Non vi svelo il finale, perché vedrete il film al cinema. Vi incanteranno i paesaggi africani di una bellezza mozzafiato e una serie ricchissima di animali tipo National Geografic. Buona l’interpretazione di Emma (Roberta Mastromichele) e particolarmente intensa quella di Nuri (Grace Neema Enock).
Anche le immagini della gente e del villaggio sono efficaci. Non sono invece molto convinta del montaggio, ad esempio il polipo ucciso all’inizio e l’enorme zanna in bianco e nero nell’incipit, per far capire che siamo in Puglia e poi in Africa, come anche le inserzioni naturalistiche che mi sembrano introdotte un po’ a caso.
La storia prenderà il pubblico che sogna il mito dell’Africa. E anche i messaggi del film sono importanti: scoprire che l’Africa, al di là delle immagini da cartolina, soffre di molti mali, come il turismo che si nutre di folclore e la povertà tragica di tanti locali; la corruzione che alimenta il bracconaggio e l’ambiguità di tanti bianchi che cercano solo il loro tornaconto; il dramma del matrimonio forzato, ancora molto diffuso.
Ma il messaggio più importante del film è l’amicizia che lega Emma e Nouri, che va al di là di mondi così diversi per cultura, religione, colore della pelle e sta a dimostrare che il razzismo è generato unicamente dall’ignoranza.