di Annamaria Gallone
Selezionato nella sezione Orizzonti alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (30 agosto/9 settembre), BEHIND THE MOUNTAINS, del pluripremiato regista tunisino Mohamed Ben Attia, è un film cupo, di grande impatto, a metà tra thriller tagliente e fantasia soprannaturale.
Pochi gli effetti speciali, ottima la fotografia, intensa l’interpretazione di Mahid Mastoura (protagonista anche del precedente film di Ben Attia), che interpreta Rafick, un padre e marito problematici con problemi di salute mentale, animo ribelle ma tenero e ingenuo, che ha scontato quattro anni di carcere per aver distrutto con una mazza da baseball l’ufficio in cui lavorava prima di gettarsi da una finestra. Subito dopo il rilascio, vuole tornare al villaggio natale con la sua famiglia, ma tenta inutilmente di convincere la moglie di famiglia piccolo borghese e allora rapisce dalla scuola il figlio e lo porta con sé perché vuole mostrargli il suo superpotere. Lo segue, credulone, un pastore interpretato da Samer Bisharat (anche lui un po’ fuori dal mondo, che parla con il cane per affidargli la custodia delle pecore durante la sua assenza).
Dopo essere sfuggito a un controllo stradale della polizia allertata dalla moglie, Rafik si introduce con la forza in una remota casa di campagna con i suoi due seguaci. Gli abitanti della casa sono spaventati dall’irruzione e i tentativi di Rafik di rassicurarli non hanno effetto. In fondo la donna è simile a Rafick, entrambi non si sentono a proprio agio in un luogo che la società ha scelto per loro. Eppure, quando la donna vede qualcosa di strano, non riesce ad accettarlo. Farà di tutto per proteggere questo ‘falso’ stile di vita e Rafik, una volta entrato in casa sua, torna a ciò da cui tentava faticosamente di fuggire.
Costretto a lasciare il loro rifugio e ormai braccati dalla polizia, Rafik può salvare sé stesso e suo figlio solo fidandosi del suo potere.
“Eravamo tutti un po’ spaventati. – dice il regista –Soprattutto la mia produttrice Dora Bouchocha Fourati che continuava chiedermi: Ma può volare o no?! È impossibile!’ Non è un film della Marvel, questo è certo, ma il cinema può essere altro. Ci fa sperare che il domani sia completamente diverso.
L’idea risale ai miei anni di liceo – continua Ben Attia -Era solo un’immagine che avevo in mente: l’immagine di un uomo che corre finché, a poco a poco, riesce a volare via…Il super poteer di quest’uomo mi è apparso come qualcosa che poteva essere collegato alla sua intensa angoscia, alla sua rabbia, alla sua violenza. Ho pensato come avrebbe potuto essere la sua vita e ho scritto la sceneggiatura… È chiaro che non possiamo volare solo pensando di poterlo fare, ma d’altra parte non voleremo mai se non crediamo che sia possibile.
Rafick ci crede, prende la rincorsa, si getta da una rupe e viene ritrovato svenuto ma subito: “Mi hai visto volare”?
Il tema del volo è ricco di significati simbolici e il film, centrato sulla pazzia del mondo a confronto con quella del protagonista, è radicato nelle tensioni sociali e nelle spaccature della Tunisia contemporanea – ma questa volta il dramma si evolve in qualcosa di molto vicino a una parabola.
Dice ancora il regista: Il film è la storia di un uomo che scappa con violenza dal suo ambiente piatto e conformista, sfuggendo alla società̀ e ai suoi principi, codici e istituzioni. Rafik non è un intellettuale. Non segue nessuna ideologia e non riesce a esprimere a parole la sua visione del mondo. Le sue azioni sembrano nascere da un impulso intenso, quasi selvaggio. Il suo rifiuto di una società brutalmente conformista è guidato da uno slancio straordinario: un impeto vitale di libertà, un profondo desiderio di scappare da una realtà monotona e standardizzata, da un mondo convenzionale e squallido che è diventato il regno del “politicamente corretto” e del pensiero unico, dove ogni ordine è imposto senza senso. In tempi in cui la paura e le convenzioni sociali governano il mondo, Rafik è una minaccia.
Ho voluto mostrare un uomo capace di ampliare i confini del possibile, in un Paese ormai schizofrenico e in un mondo che è diventato assurdo.
Filmografia del regista:
· 2005 – Romantisme: deux comprimés matin et soir (corto)
· 2006 – Comme les autres (corto)
· 2010 – Mouja (corto)
· 2011 – Loi 76 (breve)
· 2013 – Selma (corto)
· 2016 – Hedi
· 2018 – Caro figlio [4]
· 2023 – Dietro le montagne
Prodotto da Bouchocha Fourati Elina Chaabane con Tunisia’s Nomadis Images, I Fratelli Dardenne per Il Belgio e Delphine Tomson per Les Films Du Fleuve, Nadim Cheikhrouha per Tanit Films, Arabia Saudita, Qatar e per l’Italia Giovanni Robbiano, Lorenzo Rapetti, Giovani Giusto Per 010 Films e Paolo Maria Spina.