Un festival che sappia valorizzare il patrimonio artistiche e musicali africane. È questo il Festival Radici Nere, un festival itinerante in corso in questi giorni in Togo, Ghana, Benin. L’iniziativa è organizzata da Kossi A. Komla-Ebri, Arsene Duevi, Kelly Afanaou e Roberta Girgenti e la rivista Africa è il mediapartner.
«Il complesso di inferiorità che gli africani nutrono nei confronti delle altre culture e soprattutto verso gli altri continenti – spiegano gli organizzatori – è una nebulosa che deve essere dissipata. Questo festival rivela le ricchezze artistiche, musicali di cui siamo depositari. La consapevolezza permetterà di invertire le correnti di pensiero degli africani ed essi diventeranno fieri e convinti ambasciatori della cultura nera e non degli assimilatori superversatili che consumano e sposano tutto ciò che viene dal di fuori, ignorando completamente i nostri generi e stili musicali».
Si tengono concerti pubblici, masterclass di tecnica vocale, workshop di tromba da jazz, seminario di canto corale, percussioni e musica africana, spettacoli caffè-concerto, flashmob di canti, ecc. «È un ponte, un luogo di scambio, uno spazio di comprensione e di reciproco rispetto – continuano gli organizzatori –. Le scale gerarchiche, sprezzanti diminutivi non sono contemplati: sviluppati/sottosviluppati, terzo mondo, ecc. Per una settimana il pubblico della nostra terra, musicisti africani e del mondo, blues men, jazz-men, amanti del canto corale, ecc. si scoprono, scambiano conoscenze, facendo dono di emozioni indimenticabili agli fortunati amanti della musica nei paesi che ospiteranno radici nere».
Nella sua prima edizione il festival apre le porte all’Italia e la fa scoprire al pubblico di Lomé. La scelta di questo Paese è giustificata dalla passione che gli italiani manifestano per la cultura e la musica africana in generale e togolese in particolare. In questo contesto, avranno un grande spazio i Supercori di Arsene Duevi, un gruppo di quattro cori della città di Milano e provincia. Il primo coro è nato nel 2003 e oggi 150 italiani amatori cantano con Arsene Duevi e i suoi musicisti professionisti in lingua Ewe, Kotokoli, Watchi e Kabyé dei pezzi inediti e tradizionali con i ritmi togolesi e africani.
«Ho chiamato i miei cori Supercori – spiega Duevi – perché penso che sono un grande esempio del fatto che gli uomini possono vivere insieme e costruire del buone e del bello nonostante le loro differenze. Il giudice, il disoccupato, il sindaco della città, il professore universitario, dipendente, infermiere, ecc. La musica togolese e africana li unisce e lavorano duramente per mantenere e rendere perenne questo progetto. “Radici Nere” vuole quindi condividere questa bella esperienza. Il nostro messaggio è chiaro e inequivocabile: Un mondo insieme è possibile. C’è speranza».
(Enrico Casale – foto e video di Simone Sapia)
Il video della messa cantata alla cattedrale di Cotonou