Stop all’uso indiscriminato di immagini di bambini sofferenti nelle campagne di raccolta fondi da parte delle organizzazioni umanitarie. Venerdì 20 novembre nella sala stampa della Camera dei deputati, lo chiederanno un gruppo di politici e di operatori della società civile nella conferenza stampa di presentazione della campagna di sensibilizzazione «Anche le immagini uccidono».
«Anche le immagini uccidono» è promossa da Redani in partenariato con Associazione Africafriends, Associazione Tam Tam d’Afrique, Associazione Comunità Eritrea a Roma e nel Lazio, Arising African, Wfwp Federazione delle Donne nel Mondo per la Pace, Upter, Signis, Le Réseau, Peace words. Media Partner Rivista Africa. Collaborano alla realizzazione della campagna Cesv, Stardust Village, Guiotto Graphic Design e il fotografo Marco Ambrosi. Il progetto è finanziato da Ria Money Transfer e ha il patrocinio del Corpo Diplomatico Africano, Municipio IX di Roma Capitale e Fondazione Nilde Iotti. A sostenere la campagna anche la rivista «Africa» che ritiene questo tema particolarmente sensibile. Questa estate infatti la nostra rivista, con un editoriale firmato da Pier Maria Mazzola e Marco Trovato, aveva sollevato il problema dell’uso indiscriminato di immagini di bambini sofferenti condannandone la diffusione.
«Bisogna parlare alla testa e non alla pancia delle persone – afferma Suzanne Mbiye Diku, ginecologa dell’Istituto nazionale per la protezione dei migranti, che ha aderito alla campagna –. Riteniamo che la società civile possa utilizzare strumenti diversi per promuovere le raccolte fondi. Il fine legittimo di aiutare le persone non deve giustificare in alcun modo l’utilizzo di immagini che ledono gravemente la dignità delle persone». Tanto più che queste immagini di sofferenza sono spesso carpite a persone che non sono consapevoli dei loro diritti. «Come medico – continua Suzanne Mbiye Diku – penso che le fragilità vadano tutelate. Calpestare i diritti dei più deboli non è serio né accettabile. A maggior ragione ciò vale per la società civile che sostiene di voler aiutare la gente».
Questa campagna, che durerà sei mesi, promuoverà eventi di sensibilizzazione in tutta Italia. «Noi – conclude Suzanne Mbiye Diku – rivolgiamo il nostro appello a tutta la società civile, ma anche ai politici. In questi anni molto è stato fatto. Penso, per esempio, alla Carta di Treviso che tutela i minori sui media. Ecco, la nostra speranza è che si diffonda un sentimento condiviso di rispetto verso l’altro che porti all’approvazione di una normativa che regolamenti l’uso delle immagini dei minori nella campagne pubblicitarie delle Ong».
Nel corso della conferenza stampa di venerdì 20 verrà presentato il video «“Anche le immagini uccidono», realizzato appositamente per la campagna dal regista etiope Dagmawi Yimer. Del tema ne parlerà anche Kossi Komla-Ebri, scrittore togolese naturalizzato italiano, nel corso del workshop organizzato a Milano dalla rivista «Africa» il 21 novembre.