di Enrico Casale
Lavoratori edili e operatori sanitari marocchini potranno lavorare in Israele nell’ambito di un progetto pilota. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno israeliano, Ayelet Shaked che ha parlato alla stampa dopo i suoi colloqui a Rabat con il ministro degli Esteri, Nasser Bourita. In precedenza, ha tenuto un incontro di lavoro con il suo omologo marocchino, il ministro dell’Interno Abdelouafi Laftit. In Israele, secondo Histadrut, i lavoratori guadagnerebbero stipendi più alti: in Marocco la paga base è di 11.400 annui, mentre il salario minimo per i lavoratori edili in Israele è quasi il doppio.
Yitzhak Moyal, presidente dell’Unione dei lavoratori delle costruzioni e del legno della confederazione sindacale israeliana Histadut, ha dichiarato: “Ci mancano 40.000 lavoratori in 10 diversi comparti. Speriamo di ricevere circa 15.000 lavoratori edili marocchini. Questo potrebbe davvero migliorare il ritmo di costruzione in Israele”. E ha aggiunto: “Dopo la firma dell’accordo di pace, il governo marocchino ha iniziato a parlare con noi. Abbiamo appreso che il Marocco ha un numero enorme di lavoratori professionisti. Dovremmo inviare squadre in Marocco per testare la professionalità dei lavoratori”. I lavoratori marocchini potrebbero iniziare ad arrivare in Israele entro l’inizio del 2023, ha aggiunto.
In Israele, secondo Histadrut, guadagnerebbero stipendi più alti: in Marocco la paga base è di 11.400 annui, mentre il salario minimo per i lavoratori edili in Israele è quasi il doppio. Israele soffre di una carenza anche di assistenti per gli anziani e gli infermi, la maggior parte dei quali sono lavoratori stranieri. Ci sono 60.000 operatori sanitari nel paese, principalmente asiatici.
Prima di volare in Marocco lunedì, Shaked ha dichiarato: “Siamo certi che questa cooperazione con i marocchini ci aiuterà a far progredire il mercato immobiliare e sosterrà anche la popolazione anziana in Israele”.
Shaked è il terzo ministro israeliano a visitare il Marocco negli ultimi mesi, dopo il ministro dell’Economia, Orna Barbivai, e il ministro della Scienza e della Tecnologia, Orit Farkash-Hacohen.