Algeri, nella basilica la musica del dialogo

di Enrico Casale
concerto nella basilica di Algeri

La basilica di AlgeriLa musica unisce. Fa riscoprire le radici comuni di culture che appaiono lontane. Le melodie stemperano le tensioni e favoriscono l’incontro. È partendo da queste considerazioni che padre Aldo, il rettore della Basilica Notre-Dame d’Afrique di Algeri, insieme ai suoi confratelli padri bianchi Benoit e Anselme e a mons. Henri Tessier, vescovo emerito di Algeri, hanno deciso di organizzare domenica sera un concerto di musica arabo-andalusa.

La scelta del 5 luglio non è stata casuale, ma è stato un modo per festeggiare l’anniversario dell’indipendenza algerina e, con essa, l’unità del Paese e la libertà ritrovata. Ma anche un modo per celebrare, insieme ai musulmani, il Ramadan, uno degli appuntamenti più importanti per il mondo islamico. In concomitanza dell’evento, ha spiegato padre Aldo, «il Vaticano ha inviato, a nome della Chiesa cattolica, un messaggio ai musulmani, uomini e donne del mondo, per dir loro che i cristiani sono con il cuofarid khodjare e con la preghiera con loro in questo mese sacro di Ramadan. Un mese nel quale gli islamici si dedicano alla preghiera, pensano ai poveri e alle persone che soffrono, si ritrovano insieme in armonia».

La scelta della musica arabo-andalusa non è stata casuale. «Questo tipo di musica – ha osservato padre Aldo – appartiene al mondo arabo ma, allo stesso tempo, è nata in Spagna. Cioè là dove, per secoli, cristiani e musulmani hanno saputo vivere insieme in armonia e in convivialità. Queste melodie hanno quindi un significato particolare».

Sul palco allestito nella basilica è salito il cantante Farid Khodja accompagnato da Sid Ahmed Dibono al piano, Rabah Azoug al flauto, Chemsdine Miri al banjo, Abdelhadi Boukoura e Redha Tabti al violino, Djihad Labri al kanoun, Farid Hamache al liuto, Rachid Eroukma alla derbouka e Rachid Ait Idir al tamburello.

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