Una raccolta di bugie deliberatamente dichiarate per infangare l’immagine dell’Algeria: è questo, secondo l’agenzia di stampa ufficiale algerina Aps, quello che ha prodotto l’Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) nel suo rapporto intitolato “La transizione dei 15-24 anni verso la vita adulta”, diffuso nei giorni scorsi da alcuni media algerini.
Le conclusioni del rapporto indicano che i giovani algerini sono severamente colpiti dalla disoccupazione e dalla precarietà, da una scarsa istruzione e dall’esclusione economica. La reazione algerina è stata pubblicata sabato dall’agenzia di stampa ufficiale Aps, senza attribuzione particolare.
“È noto che all’Unicef è affidata da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una missione molto chiara, quella di difendere i diritti dei bambini, aiutarli a soddisfare i loro bisogni primari e promuoverne il pieno sviluppo. Tuttavia, non lasciamoci ingannare, questo rapporto erroneo inammissibile è stato commissionato dagli affabulatori che erano dietro i falsi rapporti della Banca Mondiale e delle sue antenne”, si legge.
L’articolo evidenzia che l’Algeria occupa un’ottima posizione nella classifica dell’istruzione con un tasso di analfabetismo del 7%, e che quest’anno 12 milioni di bambini hanno raggiunto i banchi della scuola pubblica. “Tutto è fatto in Algeria per lo sviluppo dei bambini. In tutte le città e villaggi dell’Algeria ci sono aree da gioco che ovviamente non rientrano nel campo visivo di questa organizzazione”, si legge.
La reazione dell’Aps contiene inoltre accuse dirette al Marocco, indicato come il soggetto che avrebbe influenzato l’Unicef nel redigere il suo rapporto “per cercare di destabilizzare la nuova Algeria”.
La scorsa settimana, il sito Tsa, ma anche agenzie internazionali come Anadolu, avevano scritto sul rapporto dell’Unicef Algeria (il sito ufficiale aveva online un rapporto datato di qualche mese fa), e basato sul database N-Moda. Secondo questa nota, il 7% dei giovani algerini non ha completato il ciclo primario, mentre il 48% di loro non ha completato il ciclo obbligatorio, ovvero nove anni di studio. Un tasso “allarmante”, sottolinea Unicef Algeria. I più vulnerabili sono i giovani delle zone rurali. I tassi più bassi si trovano nelle regioni settentrionali (centro ed est) e nelle regioni orientali degli altopiani. Mentre i tassi più alti riguardano le regioni nord-occidentali, centrali e occidentali degli altopiani. La qualità dell’istruzione ricevuta dai giovani, sulla base degli standard internazionali, è, osserva il rapporto, “bassa”. “Tuttavia, nel tempo, la performance dell’Algeria mostra un trend di miglioramento”, nota Unicef.