Il rappresentante permanente dell’Algeria presso le Nazioni Unite, Amar Bendjama, ha lanciato un appello urgente per “porre fine alle violazioni commesse dagli eserciti privati utilizzati da alcuni Paesi”. La sua dichiarazione, fatta a Ginevra in occasione del 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, avviene in un contesto di tensione, dopo l’offensiva lanciata al confine con l’Algeria a Tinzaouatene, villaggio maliano nella regione di Kidal, teatro alla fine di luglio di durissimi combattimenti che hanno visto fronteggiarsi Forze armate maliane (e russi del gruppo Wagner) a ribelli touareg del Quadro strategico per la difesa del popolo di Azawad (Csp-Dpa), sostenuti, secondo Bamako dai jihadisti del Jnim e dall’intelligence ucraina.
Bendjama ha espresso seria preoccupazione per l’impunità di cui godono queste forze private, sottolineando le minacce che rappresentano alla stabilità regionale.
Il diplomatico algerino ha ampliato il dibattito alle sfide contemporanee, chiedendo una discussione sulle nuove minacce, in particolare gli eserciti privati impiegati da alcuni Paesi senza meccanismi di responsabilità. Ha citato il recente esempio del bombardamento di civili maliani da parte di un drone, sottolineando la mancanza di responsabilità per tali azioni. L’esercito maliano ha dichiarato di aver preso di mira i terroristi, mentre per i ribelli del Csp sono stati i civili a morire in questi attacchi di droni.
Secondo Akram Kharief, giornalista e ricercatore della Fondazione Rosa Luxemburg, citato dall’emittente francese Rfi“questa ostilità manifestata è legata anche alla presenza di Wagner in Libia”. Anche se, aggiunge il ricercatore, “non è la prima volta che l’Algeria si dichiara ostile a Wagner, ai mercenari stranieri e alla giunta militare del Mali”.