Il tribunale di Dar El Beida, nei pressi della capitale algerina, ha chiesto dieci anni di reclusione per lo scrittore franco-algerino Boualem Sansal, accusato di attentato all’integrità territoriale dello Stato. L’udienza, svoltasi in forma rapida e davanti alla camera correzionale, si è tenuta nella mattinata del 20 marzo. La sentenza è attesa per il 27 marzo, sottolinea Radio France Internationale.
Sansal, 75 anni, era stato arrestato a metà novembre all’arrivo all’aeroporto di Algeri. Originariamente accusato anche di “intelligenza con parti straniere”, questa imputazione è stata ritirata. Rimangono tuttavia contestati altri reati gravi: attentato all’integrità del territorio nazionale, alle istituzioni e all’esercito, oltre che all’ordine pubblico. Le accuse si basano su dichiarazioni rilasciate a ottobre a un media francese di estrema destra.
Secondo quanto riportato da testimoni presenti in aula, l’autore si è presentato in condizioni fisiche discrete, nonostante sia malato di cancro. Ha rifiutato di parlare in arabo, affermando di voler usare esclusivamente il francese, con il supporto di un interprete. Privo dei suoi avvocati, Sansal era assistito da un legale d’ufficio, che su sua richiesta non ha preso la parola. L’intellettuale ha scelto di difendersi da solo e ha respinto le accuse, ribadendo di essere un “algerino che ama il suo Paese”, come riportato dal quotidiano locale Echorouk. Secondo Le Point, Sansal ha negato qualsiasi intento offensivo verso l’Algeria, parlando delle sue opinioni come semplici espressioni personali.
Il procuratore ha chiesto, oltre alla pena detentiva, un’ammenda pari a un milione di dinari. In Francia, il suo avvocato François Zimeray ha denunciato pubblicamente la natura del procedimento, definendolo un “processo fantasma” e parlando di “procedura arbitraria” che non rispecchia i principi fondamentali della giustizia