Il capo di stato maggiore dell’esercito algerino ha dichiarato che l’anziano e malato presidente, Abdelaziz Bouteflika, deve essere considerato «inadatto» alla carica. In sostanza, ha chiesto al capo dello Stato di farsi da parte. È la mossa che a livello nazionale e internazionale tutti attendevano.
Esercito, marina e aeronautica sono pilastri fondamentali del sistema di potere algerino. Le forze armate hanno sempre condizionato fortemente la politica del Paese nordafricano e le azioni del Fronte di liberazione nazionale, il partito al potere dall’indipendenza. Finora gli ufficiali non si erano espressi sulle prossime elezioni presidenziali. Si riteneva che sostenessero ancora Bouteflika, in attesa di trovare un sostituto che sapesse fare una sintesi tra tutte le posizioni all’interno della classe politica.
L’uscita di ieri del capo di stato maggiore rappresenta un punto di svolta. Una rottura nel blocco di potere algerino. «Dobbiamo trovare immediatamente una via d’uscita da questa crisi, nel quadro costituzionale», ha detto il generale Ahmed Gaed Salah in un discorso alla televisione. Nel suo discorso, l’ufficiale ha dichiarato che la Costituzione è «l’unica garanzia per mantenere una situazione politica stabile». Ha chiesto l’uso dell’articolo 102, che consente al Consiglio costituzionale algerino di dichiarare vacante il posto di presidente se il leader non è idoneo a governare.
Il presidente Bouteflika aveva già accettato di non ricandidarsi per un quinto mandato e il voto era stato ritardato. Il timore dell’opposizione e dei manifestanti che da settimane chiedono in piazza il ritiro definitivo di Bouteflika è che si cerchi di mettere in atto uno stratagemma per estendere il «regno» del presidente di 20 anni.
La dichiarazione dell’ufficiale ha però messo fine alle speculazioni. Nella sua dichiarazione il generale Gaed Salah ha detto che i militari e il popolo hanno una visione comune del futuro, alludendo al sostegno delle forze armate ai manifestanti. Sono stati avviati colloqui per negoziare il futuro politico dell’Algeria. Saranno guidati da Lakhdar Brahimi, ex diplomatico dell’Onu.