“La commemorazione dell’8 maggio 1945 e di tutti i nostri giorni storici mira a esprimere la nostra fedeltà alla memoria dei nostri martiri e a diffondere le pagine brillanti della nostra gloriosa storia per metterci al culmine della nostra lunga lotta”. Lo ha dichiarato ieri sera il ministro dei Mujahideen e degli Aventi-diritti dell’Algeria, Laid Rebiga, a Sétif, in apertura degli eventi commemorativi del 78° anniversario delle stragi dell’8 maggio 1945, proclamato nel Paese Giornata nazionale della Memoria.
Di fronte a una massiccia platea presso la Maison de la Culture de Sétif, Rebiga ha sottolineato che questa data storica rappresenta un “evento di grande importanza legato ai sacrifici e alla lotta del popolo algerino”. Il ministro ha anche indicato che la Giornata Nazionale della Memoria “ci ricorda, generazione dopo generazione, le sofferenze e le tragedie vissute l’8 maggio 1945, a causa degli atroci crimini perpetrati contro gli algerini”. Massacri, ha aggiunto, che reprimevano selvaggiamente una “rivolta grandiosa che apriva la strada alla libertà” di “un popolo disarmato e fiero” mentre “coloro che avevano promesso ai popoli colonizzati e oppressi il diritto all’autodeterminazione festeggiavano la fine della seconda guerra mondiale”.
“La conservazione dei nostri fatti gloriosi e la loro trasmissione alle generazioni future è un dovere sacro”, ha ancora aggiunto Rebiga, sottolineando l’importanza fondamentale di scrivere la storia algerina e di trasmetterla alle nuove generazioni con i mezzi offerti dalla moderna tecnologia”.
L’Algeria commemora, questo lunedì, il 78° anniversario dei tragici eventi dell’8 maggio 1945 a Sétif, Guelma e Kherrata dove le forze coloniali francesi sottomisero migliaia di algerini, che uscirono quel giorno a manifestare per rivendicare il loro diritto alla libertà e all’indipendenza. La repressione attuata dai soldati francesi fu estremamente feroce nei confronti dei manifestanti pacifici. Documenti storici e testimonianze di superstiti hanno anche rivelato che gli omicidi di massa continuarono per diverse settimane e si estesero ad altre regioni del Paese, rendendo Sétif, Guelma e Kherrata immense fosse comuni. Le statistiche algerine parlano di più di 45.000 cittadini caduti in queste stragi, ma i rapporti delle forze coloniali francesi non hanno fornito cifre sulle esecuzioni sommarie perpetrate dalle milizie della morte contro civili inermi, e gli storici locali ritengono che le stragi dell’8 maggio 1945 non hanno ancora preso il loro giusto posto nella Storia francese.