Gli algerini continuano a manifestare chiedendo alle autorità di abbandonare il potere e i membri della magistratura algerina hanno annunciato il boicottaggio delle elezioni presidenziali previste per giovedì 4 luglio.
«Siamo con le persone e per le persone. L’indipendenza della giustizia non è solo una questione di parole e di slogan e dichiarazioni nelle sedi internazionali, ma di atti. L’applicazione della legge è essenziale, perché la legge si applica ai forti e ai deboli, ai ricchi e ai poveri, si applica al ministro, all’uomo d’affari e a tutti gli altri», ha detto Ramzi Maamar, sostituto procuratore a Chelghoum El Aid, una cittadina algerina.
Gli avvocati per i diritti umani hanno anche espresso sostegno ai giudici per la loro decisione. «Sostengo fortemente i giudici: non dev’esserci pressione sui magistrati e sul sistema giudiziario. Dobbiamo liberare i giudici e siamo pronti a morire per difenderli», ha affermato l’avvocato e attivista per i diritti umani Salah Dabouz.
Settimane di proteste da parte degli algerini hanno portato alle dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, 82 anni, mettendo fine al suo governo ventennale. Uno dei suoi più stretti collaboratori, Abdelkader Bensalah è stato scelto per sostituirlo come presidente ad interim. Ma questo non ha calmato i manifestanti che chiedono la rimozione anche di Bensalah. Secondo la costituzione, le elezioni devono tenersi entro 90 giorni.