Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha lanciato un’iniziativa politica per la soluzione della crisi in Niger, nel quadro di una visione che garantisca il rispetto del principio del rifiuto delle modifiche incostituzionali e l’adesione di tutte le parti alla pace, con l’esclusione di qualsiasi tipo di intervento armato. Lo ha annunciato ieri ad Algeri il ministro degli Affari Esteri e della Comunità Nazionale all’Estero, Ahmed Attaf.
Durante una conferenza stampa presso il Centro Internazionale delle Conferenze (Cic) Abdelatif-Rahal, Attaf ha precisato che l’iniziativa del presidente della Repubblica ruota attorno a sei assi, tra cui il coinvolgimento di tutti i partiti del Niger, senza alcuna esclusione, modalità attuate entro un periodo non superiore a sei mesi, sotto il controllo di un’autorità civile, guidata da una personalità consensuale, accettata da tutte le correnti della classe politica del Niger, al fine di raggiungere il ripristino dell’ordine costituzionale.
A una domanda su eventuali consultazioni con la Francia sulla crisi in Niger, il ministro ha sottolineato che “è il presidente della Repubblica a decidere quando e con chi stabilire contatti”, riferendosi agli incontri programmati con gli alti funzionari del ministero francese degli Esteri “entro una settimana-10 giorni”.
Attaf ha insistito sull’imperativo di dare priorità alla soluzione politica e di escludere l’uso della forza in vista delle disastrose ripercussioni che questa opzione potrebbe avere per il Niger e l’intera regione.
Su iniziativa dello stesso Tebboune, l’Algeria si sta adoperando per organizzare una conferenza internazionale sullo sviluppo nel Sahel con l’obiettivo di promuovere un approccio basato sullo sviluppo e mobilitare i fondi necessari per l’attuazione dei programmi di sviluppo in questa regione, “che ha un disperato bisogno di infrastrutture sociali ed economiche in grado di garantire stabilità e sicurezza durature”, ha aggiunto Attaf.
L’approccio politico per risolvere i problemi della regione “non è sufficiente” ed “è necessaria un’azione complementare e integrata sul piano economico”, ha affermato Attaf, sottolineando che questa conferenza internazionale verrà “a coronare il processo politico”.
“Storicamente, il problema nel Sahel è legato alla concentrazione degli sforzi sulla soluzione politica e di sicurezza, a scapito dello sviluppo, per questo motivo la nuova metodologia si basa sul raggiungimento dello sviluppo, per fondare soluzioni politiche e di sicurezza su basi solide”, ha spiegato.
Tebboune, di sua iniziativa, sta lavorando dall’inizio del golpe del 26 luglio per una soluzione alla crisi, diversa da quella ipotizzata dai mediatori della Comunità economica dell’Africa occidentale (Ecowas), un blocco diviso al suo interno su questa crisi, e non solo.