L’allarmante dato del forte calo degli introiti per le casse dello Stato derivate dalle vendite di greggio nei mesi di gennaio e febbraio (complessivamente quattro miliardi di dollari, con il prezzo del barile che in alcune settimane si è anche dimezzato) sembra avere impresso una netta accelerazione nel processo di necessaria revisione delle politiche economiche e finanziarie dell’Algeria.
La prima misura che sarebbe all’esame dell’esecutivo di Algeri – e che la dice lunga sui timori che la situazione possa restare delicata anche nel prossimo futuro – è una riduzione nel volume delle importazioni, in una dimensione numerica che al momento è difficile da quantificare.
La riduzione delle importazioni, al di là degli effetti pratici, avrebbe un eco evidente nella percezione della gente di quanto sta accadendo e di come forse idee, progetti e strategia generale siano stati sovradimensionati contando nel petrolio e ritenendolo una ricchezza inesauribile. Un dato che certamente sta facendo riflettere molti soggetti – dal mondo della politica, alle aziende di Stato, agli imprenditori privati – è che, tra la fine del 2013 e la fine del 2014, l’Algeria ha perso ben quindici miliardi di dollari delle sue riserve in divisa estera. E sarebbe proprio questo netto ridimensionamento delle riserve che starebbe spingendo ad intervenire velocemente ed efficacemente proprio sulle importazioni (pagate in valuta pregiata, dollaro ed euro) oltre che con la riduzione delle cosiddette spese di bilancio, la maggior parte delle quali, però, ritenute non aggredibili da una politica di austerità.
Il timore che si sta facendo lentamente strada è che, nel 2015 e nel caso peggiore anche nel prossimo anno, si ricrei lo stesso scenario del 2009, quando una crisi finanziaria internazionale mise in enormi difficoltà economie mondiali ritenute solidissime, travolgendone quindi anche i partner, che pagarono colpe non loro e che uscirono dal baratro solo a distanza di tempo e grazie a scelte non sempre accettate dalla gente.
Quindi, ora sul vetrino degli esperti economici e finanziari del governo di Algeri, c’è la bilancia commerciale cui si tenterà di imporre dei correttivi al fine di non alimentare una fuoriuscita di divisa pregiata non più sostenibile dallo stato generale del Paese. Una scelta che rischia di avere durissimi contraccolpi, anche perchè potrebbe andare a toccare contratti e commesse già in essere cui sarà ben difficile trovare una soluzione accettata e soprattutto condivisa. E quindi, aprendo la strada a contenziosi internazionali di incerto esito. (15/04/2015 Fonte: AnsaMed).
Algeria – Prezzo petrolio giù. Primi tagli alle importazioni
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