Algeria, rifugiati sahrawi in un limbo

di Valentina Milani

Di Céline Camoin

La situazione dei rifugiati sahrawi non è realmente cambiata negli ultimi 45 anni. Da un lato, gli amministratori del campo vogliono migliorare la vita dei rifugiati, ma dall’altro, non vogliono che prendano parte ad attività che potrebbero essere inteso come accettazione dello status quo. Ad affermalo è il Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp) nel suo ultimo rapporto di valutazione del piano strategico per l’Algeria 2019-2022.

Il Pam ricorda che le organizzazioni umanitarie (enti delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative) sono mandatarie per fornire un’assistenza vitale in un contesto ancora oggi segnato dall’assenza di una soluzione a lungo termine che sia approvata dalla comunità internazionale. Il sud dell’Algeria, in particolare l’area di Tindouf, accoglie 5 campi profughi con 173.600 rifugiati (dati Unhcr di dicembre 2018) e la sede della repubblica della Rasd in esilio, che amministra la vita nei campi. La gestione degli aiuti alimentari di base è affidata alla mezzaluna sahrawi e il Pam è il principale partner.

Il Pam ha stabilito un rapporto di lavoro con il partner principale della Mezzaluna Rossa algerina nei campi (proprio la Mezzaluna sahrawi), “che merita maggiore attenzione per garantire che l’assistenza fornita dal Pam vada davvero ai beneficiari più vulnerabili”. Il Pam deplora infatti che l’assistenza alimentare generale sembra essere distribuita a tutti rifugiati, il che si traduce in razioni più piccole e danneggia in particolare le persone più bisognose. Lamenta inoltre una mancanza di finanziamenti per svolgere le attività che sarebbero necessarie.

Il Pam nota inoltre che gli studi condotti finora non hanno potuto offrire un’analisi approfondita delle dinamiche delle relazioni di genere, perché non è possibile accedere liberamente ai campi. Per attuare programmi di natura per trasformare le relazioni di genere, il Pam dovrebbe cercare di conoscere il grado reale equità nei campi e comprendere meglio le dinamiche delle relazioni donne-uomini. Affinché il Pam riesca nel suo intento, dovrà essere in grado di farlo un più facile accesso alle popolazioni dei campi.

L’Algeria ospita rifugiati dal Sahara occidentale dal 1975. Questi profughi si trovano in campi aspri e isolati nell’ambiente desertico dell’Algeria occidentale, dove le opportunità per l’autosufficienza sono limitate, costringendoli a dipendere dall’aiuto umanitario per la sopravvivenza.

L’ultimo Food Security Assessment ha confermato la dipendenza della popolazione dei campi sahrawi sull’assistenza alimentare; il 30% della popolazione è in insicurezza alimentare, mentre il 58% è vulnerabile. Solo il 12% della popolazione sahrawi è in situazione di sicurezza alimentare.

I risultati dell’indagine sulla nutrizione del 2022 hanno mostrato un aumento di prevalenza globale della malnutrizione acuta (Gam) tra i bambini di età 06-59 mesi. Dal 2016 la prevalenza di anemia la prevalenza nello stesso gruppo è passata dal 39% (2016) al 50 percento nel 2019 e al 54,2 percento nel 2022.

Su richiesta del governo algerino, il Pam è presente nel Paese dal 1986.

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