Il ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Algeria, Mohamed Abdelhafid Henni, ha affermato che il Forum economico di Davos ha classificato l’Algeria, nel suo ultimo rapporto, tra i Paesi “leader” al mondo in termini di sicurezza alimentare attraverso la sua produzione nazionale.
In un discorso pronunciato ad Algeri, Henni ha salutato i risultati dell’ultimo rapporto del Forum economico di Davos, che, secondo Henni, sottolinea che la quota di produzione agricola pro capite “è raddoppiata negli ultimi due anni, grazie all’efficienza del modello agricolo adottato dalle autorità pubbliche”.
I risultati di questo rapporto si aggiungono a quelli conclusi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), che aveva classificato l’Algeria al primo posto a livello arabo e africano, per tre anni esecutivi (2020, 2021 e 2022), in termini di raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite in materia di sicurezza alimentare, ha ancora rammentato il ministro.
Nel suo intervento, il ministro algerino ha ricordato le misure adottate nel campo dei terreni agricoli, in particolare la concessione di un portafoglio di terreni all’Ufficio per lo sviluppo dell’agricoltura industriale nelle terre sahariane (Odas) con una superficie stimata in 233.000 ettari per il beneficio di 210 investitori.
Nell’ambito della conversione del diritto di usufrutto perpetuo in concessione ai sensi della legge n. 10-03, il ministro ha riferito di 186.214 atti consegnati su un totale di 190.014 pratiche conformi (98%), per una superficie complessiva di 2.139.358 ettari.
Inoltre, in merito alla circolare interministeriale n. 750 relativi allo sfruttamento di terreni agricoli senza titoli, sono stati individuati 13.229 casi di agricoltori che sfruttano una superficie di 151.526 ettari in 21 wilaya. In tale contesto, Henni ha definito “storica” la decisione del governo perché consentirà di regolarizzare la situazione degli allevatori interessati che “da tempo ne soffrono”, ricordando che “questi ultimi e i loro famiglie lavoravano in questi poderi da decenni senza titoli”. L’operazione partirà il prossimo febbraio, ha concluso il ministro.