di Enrico Casale
Gli eventi meteorologici estremi e l’instabilità politica cronica continuano a ostacolare lo sviluppo della Somalia e costringere un numero sempre più alto di persone a migrare. Quasi sessantamila somali sono stati costretti a emigrare negli ultimi due mesi a causa delle estreme condizioni ambientali e delle violenze in direzione del campo profughi di Dadaab, in Kenya
Oltre 55.000 persone sono fuggite dalla Somalia negli ultimi due mesi a causa della siccità e del conflitto. Lo ha dichiarato l’International Rescue Committee (Irc). L’organizzazione umanitaria ha affermato che, da settembre, decine di migliaia di persone sono arrivate nel vasto campo profughi di Dadaab, in Kenya. Ciò ha provocato un aumento della pressione sulle scarse risorse e sull’assistenza di emergenza.
Secondo le stime dell’Irc, entro l’inizio del 2023, dovrebbero arrivare al campo, uno dei più grandi dell’Africa, un totale di 120.000 rifugiati, poiché gli eventi meteorologici estremi e l’instabilità politica cronica continuano a ostacolare lo sviluppo della Somalia e costringere le persone a migrare. “Alla Somalia, dove la siccità e la violenza estreme continuano a provocare la fuga dalle proprie comunità di migliaia di persone, devono essere garantiti finanziamenti immediati per portare soccorso e prevenire lo sfollamento di 7 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria”, ha affermato Mohamed el-Montassir Hussein, direttore dell’Irc in Kenya.
Le regioni della Somalia sono state afflitte da una grave siccità negli ultimi due anni, con oltre un milione di persone sfollate dalle loro case in cerca di cibo, acqua e assistenza umanitaria, secondo le Nazioni Unite. Questo prolungato evento meteorologico estremo, il peggiore degli ultimi 40 anni, è stato attribuito agli impatti sempre più gravi dei cambiamenti climatici sui delicati ecosistemi del continente africano.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito il mese scorso che, a meno che i finanziamenti internazionali non saranno aumentati, la carestia potrà investire le regioni somale di Baidoa e Burhakaba. L’Irc ha anche avvertito che sono necessari maggiori finanziamenti per evitare una grave catastrofe nel paese africano.
Il campo profughi di Dadaab, che ha visto ondate migratorie successive dal 1991, è già tre volte le dimensioni previste. Le agenzie di soccorso locali hanno espresso preoccupazioni sul fatto che la mancanza di servizi di base e il sovraffollamento comporteranno rischi per la salute secondari, come lo scoppio di malattie contagiose