Un‘ondata di rapimenti di attivisti critici del governo sta interessando il Kenya negli ultimi mesi. La testimonianza di Justin Muturi, segretario di gabinetto per la funzione pubblica, sul rapimento del figlio avvenuto nel giugno del 2024, quando Muturi ricopriva la carica di Procuratore generale del Kenya e membro del Consiglio per la sicurezza nazionale.
La questione dei rapimenti di attivisti, in Kenya, non risparmia nessuno. Domenica, nel corso di una conferenza stampa al Serena Hotel di Nairobi, il segretario di gabinetto per la funzione pubblica del governo keniano, Justin Muturi, ha raccontato che anche suo figlio è stato vittima di un arresto illegale, un rapimento avvenuto a giugno e del quale la polizia non ha mai chiarito le dinamiche.
Muturi, che all’epoca del rapimento del figlio (giugno 2024) era Procuratore generale del Kenya e membro del Consiglio per la sicurezza nazionale e che è stato anche presidente dell’Assemblea nazionale prima di entrare nel governo di Ruto, ha detto che quei fatti lo hanno “sconvolto”: “Una delle cose di cui abbiamo accusato il passato regime era la questione dei rapimenti e delle sparizioni forzate” ha detto Muturi, lamentandosi del fatto che “oggi, ci sono stati rapimenti e morti forzate che hanno preso di mira principalmente i giovani” attivisti.
Muturi ha detto di aver provato ogni strada per avere risposte sulle circostanze che hanno portato al rapimento del figlio e sui responsabili, anche contattando gli alti dirigenti della sicurezza nazionale per farsi aiutare a recuperare il giovane ragazzo mentre era agli arresti, ottenendo tuttavia “solo risposte fredde”. Nel suo discorso, Muturi ha criticato aspramente il governo per la gestione della sicurezza pubblica e ha anche detto che da giugno ad oggi non è riuscito ad avere prove tangibili su chi si nasconda effettivamente dietro a questi rapimenti, oltre 80 da agosto.
Dal punto di vista politico, le parole di Muturi non solo riflettono la crescente ondata di dissenso sulla recente serie di rapimenti ma evidenziano anche una divisione emergente all’interno del governo sulla questione. Lo scorso 4 gennaio, aveva criticato il governo per il suo approccio “superficiale” alla questione dei rapimenti e per il suo apparente “disprezzo” per questa emergenza. Secondo Muturi, che venerdì aveva già criticato il governo sulla questione rapimenti, “non può esserci esserci una situazione in cui il governo dice di non sapere cosa sta succedendo. Dobbiamo assumerci la responsabilità della nostra efficienza”.