di Angelo Ferrari
Il cacao della Costa d’Avorio, rappresenta il 45% della produzione mondiale e il 14% del Pil nazionale e nutre il 24% della popolazione di questo paese di circa 27 milioni di abitanti. Ma, se il cacao è un mercato che produce miliardi di euro, tuttavia, la stragrande maggioranza dei cinque milioni di produttori non riesce a guadagnarsi da vivere. Si sta studiando la creazione dell’African Cocoa Exchange, una borsa del cacao africana, per riequilibrare il mercato a favore dei produttori.
Rimane aperto il contenzioso tra i produttori di cacao di Costa d’Avorio e Ghana e le multinazionali del settore, mentre si sta studiando la creazione dell’African Cocoa Exchange, una borsa del cacao africana, per riequilibrare il mercato a favore dei produttori. La Cote d’Ivoire-Ghana Cocoa Initiative, che rappresenta il 60% della produzione mondiale di cacao, continua a dialogare con le multinazionali del cioccolato per ottenere il pagamento dei bonus destinati ai produttori della materia prima. Un “premio” di produzione – 400 dollari la tonnellata – che spetterebbe ai produttori locali nei due paesi africani.
L’associazione dei produttori aveva lanciato un ultimatum alle multinazionali del cioccolato, stabilendo che entro lo scorso 20 novembre queste avrebbero dovuto pagare il dovuto o avviare un tavolo di trattative sull’argomento. Secondo Radio France international dopo aver osservato “gli sforzi di alcune aziende per pagare il premio di 400 dollari per una tonnellate”, l’associazione di produttori di cacao avrebbe deciso di rinviare la scadenza alla fine di marzo del 2023 e nel frattempo far valutare a un gruppo di esperti le soluzioni per un accordo.
I coltivatori ivoriani, tuttavia, sembrano essere arrivati al limite: la maggior parte delle fave di cacao, infatti, rimangono staccate nei campi o nei porti ivoriani e aspettano ancora di essere vendute, proprio in attesa di un accordo sul premio di produzione. Soro Penatirgué, presidente dell’Associazione ivoriana delle cooperative agricole, ha già annunciato una serie di azioni per bloccare l’attività industriale se non verrà trovata una soluzione. Dunque, continua il braccio di ferro tra produttori e multinazionali anche se sembra prevalere una linea più morbida in attesa che si risolva il contenzioso.
Il cacao della Costa d’Avorio, rappresenta il 45% della produzione mondiale e il 14% del Pil nazionale e nutre il 24% della popolazione di questo paese di circa 27 milioni di abitanti. Costa d’Avorio e Ghana hanno introdotto nel 2021 un “Differential decent income” (DRD), un bonus di 400 dollari per tonnellata (oltre al prezzo di mercato) destinato a remunerare meglio i piantatori (che sono milioni di persone che vivono in povertà in Africa Occidentale) e garantire la sostenibilità dell’economia del cacao. I piantatori sono i parenti poveri del settore: ricevono solo il 6% dei 100 miliardi di dollari all’anno generati dal mercato mondiale del cacao e del cioccolato, bloccato dai grandi industriali. In Costa d’Avorio, più della metà dei coltivatori vive al di sotto della soglia di povertà, secondo uno studio della Banca Mondiale. La situazione è paragonabile in Ghana, dove circa 800mila famiglie vivono di cacao.
Il cacao è un mercato che produce miliardi di euro, tuttavia, la stragrande maggioranza dei cinque milioni di produttori, la maggior parte dei quali vive in Africa non riesce a guadagnarsi da vivere. Il mercato continua a essere sbilanciato verso le multinazionali e, quindi, necessita un riequilibrio verso i produttori di fave di cacao. Durante la sessione straordinaria dell’Organizzazione internazionale del Cacao (Icco), che si è svolta all’inizio del mese a Montpellier in Francia, è emersa la possibilità di creare un African Cocoa Exchange, proprio per andare verso un riequilibrio del mercato. I prezzi del cacao vengono fissati ogni giorno e anche ogni ora, alle borse di Londra e New York, lontano, dunque, dalle aree di produzione, da qui l’idea di creare una borsa del cacao africana. Dell’idea si discute ormai da un anno, ma la novità è che all’ultima riunione dell’Icco è stata formalizzata. “Il consiglio di amministrazione dell’Icco ha dato il suo parere positivo e di principio per avviare uno studio sull’istituzione di un mercato di scambio del cacao in Africa”, ha spiegato il direttore generale dell’Icco, Michel Arrion. La Borsa del cacao si concentrerà sui quattro principali produttori africani: Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Camerun. I quattro paesi spingono per un African Cocoa Exchange, ma nulla potranno fare senza la controparte, cioè le multinazionali. Il mercato azionario, infatti, funzionerà solo se gli acquirenti lo vorranno.
Una lotta che si preannuncia già molto impari tra i cinque milioni di piccoli produttori da un lato e la decina di multinazionale che monopolizzano il mercato del cacao dall’altro.
Foto di apertura: Luz