Un gruppo di presunti banditi armati, tra cui un uomo che avrebbe ammesso il suo coinvolgimento nell’agguato mortale dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustafa Milambo, il 22 febbraio 2021, è stato presentato ieri pubblicamente dall’unità di polizia per la lotta alla criminalità a Goma, capoluogo del Nord-Kivu, nel nord-est della Repubblica democratica del Congo.
Un individuo di nome André Murwanashaka avrebbe confessato di aver partecipato all’imboscata letale tesa al convoglio dell’ambasciatore, che viaggiava a bordo di veicoli del Programma alimentare mondiale (Pam).
I quattro presunti criminali presentati ieri alla stampa sono stati arrestati nel villaggio di Kabaya, Munigi, nel territorio di Nyiragongo il 23 febbraio scorso, proprio all’indomani del primo anniversario dell’agguato.
È stato il commissario superiore della polizia nazionale congolese Nsenga Sehugo Masengo, alias Panther (foto di apertura), a procedere alla presentazione dei quattro arrestati. La notizia è stata riferita a InfoAfrica da fonti dirette a Goma.
Due dei testimoni oculari, entrambi funzionari del Programma alimentare mondiale facenti parte del convoglio sui cui racconti è stata ricostruita la dinamica ufficiale dell’attacco, sono ad oggi indagati dalla procura di Roma per “omessa cautela” perché non avrebbero messo in campo le necessarie tutele volte a garantire l’incolumità dell’ambasciatore e del convoglio delle Nazioni unite su cui viaggiava, in un’area e lungo un percorso notoriamente pericolosi.
Le indagini congolesi, fino all’arresto presentato ieri, avevano già prodotto altri due arresti, ma considerati “una messinscena” secondo varie fonti: due uomini, membri di una banda il cui capo però è ancora latitante, che avrebbero anche confessato il tentativo andato a male di rapire l’ambasciatore, per chiedere poi un riscatto di 1 milione di dollari. Una tesi simile a quella della procura di Roma, che tuttavia ipotizza che gli assalitori puntassero a 50.000 dollari.
(Fonte immagini: Twitter)