Monta sempre di più il caso dell’Ambazonia, un territorio che sta sulla frontiera tra Nigeria e Camerun e che formalmente appartiene a quest’ultimo paese. L’Ambazonia, circa tre milioni di abitanti di lingua inglese in un paese francofono, il Camerun, vuole l’indipendenza affermando che alla fine del colonialismo il popolo di questo territorio è stato privato del suo diritto all’autodeterminazione.
La notizia che rischia di far precipitare tutto èche le forze di sicurezza nigeriane hanno arrestato diversi membri dell’auto proclamata Repubblica di Ambazonia, incluso il leader Julius Ayuk Tabe il cui arresto, nel paese dove è formalmente in esilio, rischia di far precipitare la situazione. Il gruppo di 9 persone, tra i quali il leader, era riunito per un meeting ad Abuja presso il Nera hotel quando le forze di sicurezza hanno fatto irruzione e hanno portato via tutti. Gli indipendentisti parlano di un vero e proprio rapimento realizzato da un commando di uomini armati.
Il caso dell’Ambazonia è diventato una sorta di crisi interna circa un anno fa quando la popolazione anglofona ha lanciato una serie di proteste e scioperi che hanno bloccato molti servizi pubblici, le scuole anglofone sono chiuse, le proteste in strada sono all’ordine del giorno e la repressione del presidente Paul Biya è stata implacabile con arresti, intimidazioni e uso della forza.
In tutta questa vicenda è implicata anche la Nigeria. L’arresto del leader dell’Ambazonia è infatti avvenuto in Nigeria e le autorità evidentemente l’hanno approvata, forse addirittura eseguita su mandato di Paul Biya (nella foto).
A rendere esplosivo il caso c’è il fatto che quest’anno si dovrebbero svolgere le elezioni in Camerun. Paul Biya, al potere da 35 anni, vuole ovviamente vincerle e il caso Ambazonia lo penalizza sul piano internazionale anche se non ha, di fatto, rivali sul piano interno. Per ora il mondo sta a guardare. I più compassati sono i membri della Unione Africana i quali temono che l’Ambazonia possa essere solo il primo caso di una serie di rivendicazioni territoriali che da tempo bruciano sotto la cenere senza diventare fiamme.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)