Nell’Africa subsahariana l’accesso a servizi idrici sicuri è questione vitale. Basti pensare che solo il 24% della popolazione può beneficiarne e che nel continente tra le prime cause di morte c’è la diarrea causata dallo scarso accesso ad acqua pulita e dalla scarsa igiene. Per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, Amref lancia la campagna “Dove c’è acqua la vita scorre”.
«Oggi come non mai, nel pieno della pandemia Covid-19, dobbiamo continuare a parlare di acqua, igiene, salute e prevenzione», ha spiegato Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia. «Lì dove i sistemi sanitari sono fragilissimi, dove i centri di rianimazione intensiva si contano sulle dita di una mano, non rischiare la vita per cause che nella nostra parte di mondo abbiamo sconfitto da decenni è fondamentale. In questo senso – ha precisato – non si può parlare di salute senza parlare di acqua».
Attraverso questa campagna Amref intende anche puntare il dito contro il cosiddetto water grabbing, l’accaparramento dell’acqua da parte di autorità, corporation e governi. Per questo, in collaborazione con Water Grabbing Observatory, Amref consegnerà le firme, raccolte attraverso una petizione, al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per chiedere che venga garantita, in Africa come in Italia, acqua sicura a tutti.
Sempre nell’ambito della stessa campagna, Amref presenta oggi il trailer di un cortometraggio, girato in Kenya e prodotto in collaborazione con DocLab (main partner Cielo e Terra Sustainable e Utilitalia), che ha visto la collaborazione di Fiorella Mannoia al doppiaggio. Focus del documentario, l’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla società e le economie africane. Al film ha partecipato anche Nice Nailantei Leng’ete, ambasciatrice mondiale di Amref Health Africa contro le mutilazioni genitali femminili, oggi impegnata a sensibilizzare sulla questione dell’accesso a servizi idrici sicuri.
Nel 2019, nell’intero continente, ai 7,6 milioni di sfollati in fuga da conflitti si sono aggiunti 2,6 milioni di profughi ambientali. Di tutta evidenza come – lo ha confermato anche la Fao – i Paesi dell’Africa subsahariana stiano patendo particolarmente le conseguenze dei cambiamenti climatici in termini di riduzione della produttività agricola e insicurezza idrica. Della questione si occuperà anche la rivista Africa venerdì 20 novembre in un convegno a Milano che introdurrà la decima edizione dei Dialoghi sull’Africa.