In Zimbabwe, l’associazione dei veterani di guerra ha deciso di non sostenere più Robert Mugabe. La notizia, rilanciata dalla Bbc, pare incredibile. Nel corso dei 36 anni di Presidenza, i veterani sono stati uno dei pilastri sui quali Mugabe ha fondato il suo potere. È anche grazie alle loro azioni (spesso violente) che il leader zimbabweano ha portato avanti le sue politiche, prima tra tutte la disastrosa riforma agraria del 2000.
Lo Zanu-Pf, il partito al potere, è diventato un campo di battaglia tra le fazioni che si contendono l’eredità dell’anziano leader. Gli attriti sono così forti che, in assenza di un erede designato, Mugabe, 92 anni, ha deciso di ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 2018. Se lo facesse e fosse rieletto, significherebbe per lui ricevere un mandato a vita.
E adesso i suoi antichi compagni di lotta, lo accusano di tendenze dittatoriali, egocentrismo e malgoverno. I veterani, come gran parte della popolazione, avvertono gli effetti negativi di una lunga crisi economica che ha lasciato le banche a corto di soldi e il Governo con le casse vuote, al punto che non è più in grado di pagare gli stipendi. «Prendiamo atto, con preoccupazione, choc e sgomento, del radicamento sistematico delle tendenze dittatoriali, personificato dal Presidente e della sue coorti, che hanno lentamente divorato i valori della lotta di liberazione», è scritto in un documento pubblicato dall’associazione dei veterani giovedì 21 luglio. Secondo l’analista Lewis Machipisa, intervistato dalla Bbc, questa presa di posizione riflette non solo le opinioni di molti veterani, ma anche di figure militari di alto livello.
Nello stesso documento, i veterani affermano che non sosterranno la campagna per la rielezione di Mugabe. «Siamo costernati – continua il comunicato – dalla tendenza del Presidente di indulgere contro i presunti nemici invece di rispondere della grave situazione dell’economia nazionale». Il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Mugabe contro il pastore Evan Mawarire, organizzatore delle proteste anti-governative, che, dopo essere stato arrestato, ha lasciato lo Zimbabwe per il Sudafrica.