In Burundi, 1,4 milioni di persone, pari al 12% della popolazione, saranno in condizioni di insicurezza alimentare nel periodo ottobre-dicembre, di cui 50.640 in fase di emergenza, secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha).
“Nonostante un relativo miglioramento della situazione da ottobre a dicembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 (1,44 milioni di persone sono in fase 3 e oltre), la situazione della sicurezza alimentare richiede un monitoraggio nelle zone di sostentamento, nelle zone orientali e settentrionali e nelle località colpite dai rischi climatici nella pianura di Imbo”, sottolinea l’agenzia Onu.
Secondo Ocha, nel 2022, fino ad ora, un totale di oltre 130.000 persone ha ricevuto assistenza alimentare, di cui 100.000 persone, tra cui 20.000 famiglie, nella provincia di Kirundo (nord-est) colpita dalla carenza d’acqua, 15.000 persone nella provincia di Cibitoke (ovest) e 15.000 persone a Bubanza colpite dalle inondazioni.
Inoltre, avverte Ocha, è necessario monitorare anche indicatori come i prezzi di mercato, l’accesso ai fattori di produzione agricoli e l’andamento delle precipitazioni per la stagione 2023. “Alcune stazioni meteorologiche prevedono già precipitazioni inferiori alla media per il periodo da settembre a dicembre 2022”, aggiunge.
Ocha sottolinea tuttavia che, nonostante queste previsioni, “le tendenze in Burundi mostrano che per alcune province ci saranno precipitazioni in eccesso e in difetto allo stesso tempo, con un impatto sui raccolti e sulla sicurezza alimentare delle famiglie”.
Per l’anno 2022, il costo del Piano di risposta umanitaria equivale a 182 milioni di dollari Usa. La maggior parte delle persone da assistere (62%) vive nelle province di Muyinga (nord-est), Kirundo (nord), Makamba (sud), Ruyigi (est), Karusi (centro), Bujumbura (ovest), Rutana (est), Cibitoke (ovest), Rumonge (sud), Cankuzo (est) e Bubanza (ovest).