André Mba Obame, le due vite del politico gabonese

di Enrico Casale
André Mba Obame, ex collaboratore di Omar Bomgo e poi oppositore del figlio

Mba ObameDomenica è morto a Yaoundé, in Camerun, André Mba Obame. Ma chi era? Difficile dare una definizione di un uomo politico che, come molti leader africani, ha oscillato tra la gestione del potere e l’opposizione ad esso. Se guardiamo agli ultimi anni della sua vita, è stato il più determinato oppositore del Presidente gabonese Ali Bongo Ondimba. In passato però non è stato così.

Giovane prodigio, fu «scoperto» da Omar Bongo Ondimba, il padre di Ali, quando aveva 27. È Omar Bongo a permettergli di andare in Francia, dove consegue un dottorato in Scienze politiche, e in Canada, dove si specializza ulteriormente. Tornato in Gabon, entra a far parte dell’Ufficio del Presidente della Repubblica. Omar Bongo apprezza questo giovane ambizioso e, per due decenni, gli favorisce la carriera: dall’Ufficio del Capo dello Stato passa al Segretariato generale della Presidenza e poi, via via, gli vengono assegnati incarichi sempre più prestigiosi, fino a diventare ministro degli Interni. Il Presidente lo affianca al figlio. Ali Bongo e André Mba Obame in quegli anni sono come gemelli. Vivono e lavorano sempre insieme. Omar Bongo gli regala auto di lusso e lo fa accettare nella sua stessa loggia massonica, la Gran Loggia del Gabon. L’opposizione attacca André Mba Obame definendolo il «Principe delle Tenebre» e additandolo come l’esecutore del «lavoro sporco» del regime.

Intanto però Omar Bongo invecchia e il figlio non pare alla sua altezza. Mba Obame è un uomo ambizioso e inizia così a pensare di essere il legittimo erede del Presidente e suo «figlio spirituale». «Per 25 anni – dice – sono stato vicino a Omar Bongo, giorno e notte. In quel periodo, alcuni erano sempre in aereo per andare all’estero a divertirsi. Invece io c’ero!».

Nel 2009 decide così di candidarsi contro Ali. Il 30 agosto 2009 viene però sconfitto piazzandosi dietro non solo ad Ali, ma anche a Pierre Mamboundou. Battuto alle urne, contesta la validità del risultato, tentando di formare un Governo parallelo. Questo gli fa guadagnare un’accusa di tradimento. Il suo partito, l’Unione nazionale, viene addirittura sciolto. La comunità internazionale non lo supporta. È l’inizio della fine.

Malato, si fa curare in Sudafrica. Ma le sue condizioni di salute non migliorano. Convinto di essere vittima di una magia voodoo, si rivolge sempre più spesso ai guaritori tradizionali. La sua ultima apparizione pubblica è della primavera del 2014. In visita a Roma per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, viene fotografato da un vescovo gabonese. L’immagine farà il giro del mondo: magrissimo, viso emaciato, siede su una sedia a rotelle. Domenica è morto in Camerun. Aveva solo 57 anni.

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