di Céline Camoin
Il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (Mpla) ha approvato la separazione tra presidente del partito e candidato alla presidenza, aumentando la flessibilità nella scelta dei leader. João Lourenço viene accusato di voler mantenere il controllo oltre il 2027, ma i sostenitori parlano di maggiore stabilità interna.
Preannunciati, controversi secondo i detrattori del partito di governo, ma anche all’interno stesso del partito, i cambiamenti degli statuti del Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (Mpla) sono stati approvati durante l’VIII Congresso Straordinario chiusosi martedì a Luanda.
La principale modifica consente al presidente del partito e al candidato alla presidenza della Repubblica di essere due figure distinte. Finora, l’articolo 120 dello statuto dell’Mpla stabiliva che il presidente del partito era automaticamente il capofila e il candidato alla presidenza della Repubblica. Con il cambiamento, il Comitato Centrale inizia a designare i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza della Repubblica, su proposta dell’Ufficio Politico. La manovra consolida formalmente la separazione tra la direzione del partito e il capo dello Stato, consentendo una maggiore flessibilità nella scelta dei candidati. Fonti di InfoAfrica legate al partito hanno confermato l’esistenza di pressioni interne al movimento politico per far approvare il cambio degli statuti.
Secondo i giornali indipendenti O Guardiao e Club-K, tale modifica permette a João Lourenço, oggi presidente della Repubblica e del partito, di continuare a guidare l’Mpla, anche se non si candiderà alla rielezione nel 2027, anno delle prossime elezioni generali in Angola. I critici denunciano il cambiamento come una strategia di Joao Lourenço per consolidare la sua influenza e garantire il controllo sul processo di scelta dei candidati per le più alte cariche del Paese. Per i sostenitori della misura, invece, il cambiamento rafforza la governabilità del partito e la stabilità interna, oltre ad allineare l’Mpla con pratiche comuni ad altri partiti della regione.
Il dibattito su questa “bicefalia”, come definita dagli analisti, aveva generato polemiche all’interno del partito. Antonio Venancio, militante e aspirante leader dell’Mpla, ha cercato di impedire lo svolgimento del congresso straordinario attraverso una misura precauzionale presentata alla Corte Costituzionale il 12 dicembre. Venancio ha affermato che la convocazione del congresso ha violato gli statuti del partito, sottolineando irregolarità nel periodo di preavviso e accusando la direzione dell’Mpla di manovre volte a consolidare il potere di João Lourenço. Il suo ricorso è stato respinto.
Venancio, che sta cercando di candidarsi per la seconda volta alla guida dell’Mpla, ha sostenuto che il cambiamento viola i principi di uguaglianza e universalità all’interno del partito. Ritiene che la nuova formulazione dell’articolo 120 favorisca il leader del partito permettendo loro di imporre candidati allineati al Burò Politico, organismo direttamente controllato da Lourenço, limitando la democrazia interna del partito, spiega O Guardiao.
Un altro cambio rilevante approvato durante il Congresso è la destituzione dell’attuale vicepresidente del partito, Luasa Damião. Sarà sostituita da una nuova personalità, in linea con la nuova strategia di ringiovanimento della leadership del partito. La nuova vicepresidente è Mara Quiosa, 45 anni, finora governatrice della provincia di Cuanza Sul, ex governatrice di Cabinda e Bengo.
João Lourenço ha vinto le elezioni presidenziali del 2017 come successore di José Eduardo dos Santos, leader del Mpla e capo di Stato per quasi 40 anni. È stato rieletto nel 2022 al termine da un voto contestato dal principale rivale, Adalberto Costa Junior, leader del partito Unita. L’ultima modifica della Costituzione del 2010 è stata approvata nel 2021.