Almeno una persona è morta negli scontri che martedì 21 maggio hanno visto contrapporsi i sostenitori del partito di governo, Movimento popolare di liberazione dell’Angola (MPLA), e quelli della principale formazione dell’opposizione UNITA. Le tensioni tra le due formazioni, protagoniste di una decennale guerra civile (dai forti connotati internazionali) conclusasi nel 2002, non sono una novità, ma negli ultimi giorni si sono fatte ancora più acute. I disordini tra i sostenitori delle due formazioni si sono svolti nel sud del paese, nei pressi di Huambo.
A riaccendere focolai mai davvero sopiti la recente campagna di promozione internazionale del leader dell’UNITA Isaias Samakuva, all’estero per spiegare le proprie ragioni e la posizione del suo partito. In particolare hanno generato polemiche le dichiarazioni fatte in Portogallo – ex potenza colonizzatrice e ancora importante partner politico ed economico dell’Angola – da Samakuva riguardo alla preparazione di un processo giudiziario sulle fortune (economiche, ndr) della famiglia del presidente, inclusi i molti investimenti a Lisbona. Solo la scorsa settimana, il ministero della Comunicazione sociale aveva minacciato di sospendere Radio Despertar (emittente finanziata dalla Unita) accusata di diffamazione e di disturbo dell’ordine pubblico.