Lunedì mattina, le autorità avevano annunciato che era stato arrestato Issad Rebrab, ma subito le informazioni erano state smentite dal suo gruppo Cevital. Nella notte tra lunedì e martedì, Rebrab è stato poi arrestato e trasferito nel carcere di el-Harrach. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale, è accusato di false dichiarazioni relative a trasferimenti di capitali all’estero e di gestione non corretta dell’importazione di attrezzature.
Rebrab ha 74 anni ed è l’uomo più ricco dell’Algeria, il sesto dell’Africa. Secondo la rivista americana Forbes avrebbe un patrimonio di circa 3,7 miliardi di dollari. Issad Rebrab fonda nel 1980 la Sider e nel 1990 il gruppo Cevital. Ha interessi nei settori dell’acciaio, dell’elettronica, degli elettrodomestici, dei lavori pubblici. Il gruppo vanta 18.000 dipendenti, quattro miliardi di dollari di vendite e 26 filiali in tre continenti.
Il più grande datore di lavoro privato in Algeria è particolarmente presente nel Corno d’Africa, ma anche in Brasile, Italia, Spagna e Francia. Rebrab è presente anche in paradisi fiscali: il quotidiano Le Monde, che ha analizzato i «Panama Papers», rivela come il businessman algerino fosse uno dei clienti più affezionati dello Studio Mossack Fonseca.
Ma Rebrab, percepito dall’opinione pubblica come un oligarca, è un battitore libero, in polemica da anni con le autorità, che hanno bloccato diversi dei suoi progetti industriali. Ha cofondato uno dei principali giornali di opposizione, Liberté.