Arte contemporanea africana, sempre più investimenti

di claudia

L’Africa è di moda e le sue manifestazioni creative si vendono bene, a tutti i livelli. Nell’arte contemporanea, in particolare, secondo un lungo approfondimento pubblicato dal mensile Africa e Affari, il continente ha guadagnato negli ultimi dieci anni una posizione preminente sulla scena internazionale, facilmente misurabile in termini di quotazioni degli artisti, vendite delle opere, moltiplicazione degli eventi fieristici e degli spazi espositivi.

Investire in arte africana oggi rappresenta un’opportunità concreta, e non solo in un’ottica di collezionismo o acquisto della singola opera, perché possibilità interessanti si aprono, per esempio, anche nell’ambito della comunicazione e dell’organizzazione di eventi o nell’intermediazione. 

Un momento dirimente, e relativamente recente, è stato il lancio di 1-54 Contemporary African Art Fair, a Londra, nel 2013. Concepita da Touria El Glaoui, donna d’affari franco-marocchina e in un certo senso figlia d’arte (suo padre è il pittore Hassan El Glaoui), questa fiera ha riscosso immediatamente un grande successo di stampa e pubblico e si è rapidamente ampliata mettendo in calendario edizioni a New York e Marrakech. Altro passaggio importante, la Biennale di Venezia del 2015. Affidata al compianto Okwui Enwezor, curatore di origine nigeriana, la mostra ha permesso ad artisti di grande valore e oggi assai quotati, come Wangechi Mutu, Marlene Dumas, John Akomfrah, di presenziare a un evento considerato internazionalmente come l’Olimpiade dell’arte. Per inciso a Venezia, nel 2015, è stato anche assegnato il Leone d’Oro alla carriera a El Anatsui, in quel momento l’artista africano più quotato in assoluto. 

Nel frattempo cresceva l’interesse dei collezionisti e dei musei, le occasioni espositive si moltiplicavano dentro e fuori dall’Africa, le maggiori case d’aste decidevano di programmare vendite dedicate o di stringere partnership con le principali fiere. La citata fiera 1-54, per esempio, dallo scorso anno collabora con Christie’s. 

Gli addetti ai lavori sostengono spesso che, essendo l’arte africana contemporanea in procinto di esplodere, bisogna rompere gli indugi e iniziare a investire: a breve, infatti, potrebbero essere in grado di farlo solo i titolari di patrimoni a moltissimi zeri. Affermazioni che fanno comprensibilmente storcere il naso a chi dell’arte “del” e “dal” continente si occupa da tempo e in una prospettiva più culturale che di business, ma che hanno una innegabile ragione d’essere. L’ultimo Art Market Outlook Report di ArtTactic, per esempio, basandosi sulle tendenze di mercato emerse da quando la pandemia di covid-19 è entrata prepotentemente nelle vite di tutti, rileva come rispetto ad altri mercati d’arte regionali, quello africano abbia retto bene, dando agio a una nuova, giovane generazione di artisti di farsi conoscere. Gli estensori del rapporto indicano quello africano come il secondo mercato regionale più alto in termini di fiducia, con il 77% di esperti che esprimono una visione da neutrale a positiva sull’anno che sta per concludersi. 

Passando in rassegna le aste (uno degli indicatori più obiettivi quando si parla di mercato dell’arte) tenute negli ultimi anni da realtà importanti come Sotheby’s, Christie’s, Phillips, Bonhams, Piasa, Strauss e ArtHouse Nigeria, Africa e Affari sottolinea come le vendite di artisti africani sono aumentate notevolmente durante la pandemia, in controtendenza rispetto all’anno precedente. «Le vendite online di arte africana sono aumentate del 590% nel 2020», si legge nel rapporto. «Gli artisti africani hanno registrato 7,4 milioni di dollari di vendite generate solo online. Si tratta di valori che superano di quasi 7 volte quelli del 2019». E interessante è anche notare come numerose operazioni siano avvenute al di fuori delle aste dedicate all’Africa, a riprova del fatto che molti artisti contemporanei africani hanno acquisito una rilevanza autonoma sul mercato, allontanandosi dalle vendite a tema. 

Una curiosità: le quotazioni più elevate, in questi ultimi anni, sono state raggiunte dalle donne, che hanno rappresentato il 31% delle vendite totali nel 2020. Nella classifica degli artisti africani più quotati nel periodo 2016-2020, quattro donne si trovano nelle primissime posizioni. Sono Marlene Dumas, Julie Mehretu, Irma Stern (morta nel 1966) e Njideka Akunyili Crosby.

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