La polemica che ha suscitato “Chiaro di Luna“, la canzone di Jovanotti il cui video è girato ad Asmara, in Eritrea, sembra proprio essere un tentativo di riabilitare il regime di Isaias Afworki. Anche la tempistica lo lascia pensare: il pezzo esce dopo l’euforia suscitata dalla “pace” ritrovata tra Asmara e Addis Abeba. In questo quadro rientra anche la presenza di Jovanotti alla trasmissione PropagandaLive di Diego Bianchi.
Personalmente penso invece che il susseguirsi di questi eventi sia semplicemente il frutto di una non conoscenza di ciò che è oggi il regime eritreo.
Il video di Jovanotti lascia immaginare una Asmara povera ma dignitosa e felice, con tutte quelle reminescenze italiane – il cinema Impero, la cattedrale, la parrucchiera femminile, la corsa ciclistica, il bar biliardo – che l’hanno fatta amare.
Il fatto è che Asmara oggi non è affatto così. Nonostante la recente pace con l’Etiopia, vi si vive quel clima di guerra che il regime ha adottato come sistema per contenere proteste e richieste interne: caserme piene di giovani di fatto “requisiti” per una leva che nessuno sa quando avrà termine.
Il video e la canzone non lasciano trasparire nulla delle migliaia di giovani che ogni anno scappano da questo paese ridotto alla fame. Non lasciano trasparire nemmeno quel “buco nero” che sono le migliaia di incarcerati spariti nel nulla, compresi quei dirigenti – giornalisti, politici, leader – che assieme all’attuale presidente furono protagonisti dell’eroica lotta del popolo eritreo per l’indipendenza.
Dalle immagini del video traspare solo un paese sereno. Di certo la canzone di Jovanotti e le immagini di Asmara non arriveranno ai giovani fuggiti dall’Eritrea che ogni notte, a Milano (e in molte altre città), vagano ai bastioni di Porta Venezia senza sapere dove andare a dormire.
Ok Asmara e le sue immagini nostalgiche, ma Jovanotti, adesso, potrebbe fare anche una canzone e un video su queste “ombre” fuggite da quella città da sogno che viene raccontata nella sua canzone. E Diego Bianchi potrebbe invitarlo alla sua trasmissione, magari per parlare anche di quegli altri giovani morti nei deserti d’Africa o nel Mare Mediterraneo. Per fuggire da quel paese da sogno che è l’Eritrea.
(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)