Si contano oltre cento morti tra civili, militari, ausiliari militari e non meglio precisati “terroristi” in un agguato avvenuto ieri nei pressi di Gorgadji, nel nord-est del Burkina Faso, nella regione burkinabé del Sahel. Il presidente della Repubblica, Roch Marc Christian Kaboré, ha decretato un lutto nazionale di tre giorni a partire da oggi.
Secondo la stampa locale, l’agguato è avvenuto mentre il convoglio misto di soldati e agenti della gendarmeria nazionale sostenuti dai volontari per la difesa del Paese, era in missione per mettere in sicurezza i civili in direzione di Arbinda. Secondo un conteggio non ufficiale, l’attacco ha provocato almeno 47 morti (30 civili, 3 ausiliari di sicurezza e 14 soldati). Durante i combattimenti sono stati inoltre neutralizzati 58 “terroristi”.
“Questi attentati, che avvengono nel pieno della stagione delle piogge, e per di più ad agosto”, scrive il quotidiano Aujourd’hui au Faso, ricordando anche il recentissimo attacco che ha provocato 37 morti in Niger, “mostrano che i gruppi terroristici armati, un tempo limitati nelle loro azioni durante questo periodo, hanno raggiunto un traguardo. D’ora in poi non si potrà più parlare di tregua pluviale, come hanno sempre raccontato gli specialisti della questione sicurezza nel Sahel”.
Gli osservatori di Aujourd’hui au Faso ritengono che i terroristi stiano mirando a impedire alle persone di dedicarsi al lavoro rurale. Nelle ultime settimane, la cosiddetta Terra degli uomini integri (il Burkina Faso) è stata colpita molte volte. Il 5 agosto, nel comune di Markoye, località situata nella provincia di Oudalan, circa 30 persone, tra cui 15 soldati e quattro ausiliari dell’esercito sono state uccise in un duplice attacco. Tre giorni dopo, domenica 8 agosto 2021, una dozzina di soldati e gendarmi sono stati uccisi in un’imboscata a Toeni, nella Boucle du Mouhoun.
Questi ripetuti assalti, sottolinea il giornale, “sono un segno che, nonostante l’ascesa degli eserciti, l’idra terrorista continua ad aprire le sue ali all’interno del Paese. È anche la prova che la guerra contro il terrorismo endogeno che ha preso forma in questo Paese è una lotta a lungo termine che deve coniugare rigore e tattica”.
Il giornale LeFaso, dal canto suo, fa notare che questi micidiali attacchi terroristici giungono ad appena una settimana dalla conclusione, il 13 agosto 2021, della prima sessione del processo contro sospetti terroristi, alcuni dei quali sono stati condannati a 20 anni di reclusione.