Il campione di basket Awudu Abass, 28 anni, nato a Como da padre ghanese e madre nigeriana, si racconta. Gli anni a Cantù, l’ambizione che lo ha portato a Milano e l’approdo a Bologna, dove prima del recente incidente ha vinto lo scudetto. Ma anche il rapporto con la famiglia e il fratello
di Domenico Canizzaro – NuoveRadici.world
Tenace, determinato a migliorare giorno dopo giorno e con un unico grande sogno sin da piccolo: diventare un giocatore di basket professionista. Awudu Abass, classe ‘93, nato a Como da padre ghanese e madre nigeriana si è raccontato a 360 gradi: dal rapporto con i genitori e il fratello Samir – concorrente di All Together Now – ai suoi obiettivi per il futuro, passando per la sua vita privata e l’infortunio che lo sta tenendo lontano dai campi per parecchio tempo.
Il rapporto di Abass con la famiglia
Nasce e cresce a Como, ma già all’inizio dell’adolescenza comincia a viaggiare in pullman per arrivare a Cantù, dove si allena. I suoi genitori facevano di tutto perché lui inseguisse il proprio sogno e Abass parla di loro con fierezza e orgoglio. «Ai miei devo tutto. Mi hanno sempre assecondato nelle mie scelte. Di sacrifici, anche solo per andare agli allenamenti, ne hanno fatti tanti. Da ragazzino avevo compagni che stavano bene anche economicamente, io un po’ meno, ma questo non mi ha buttato giù: mi ha sempre e solo dato la forza in più per raggiungere l’obiettivo che mi ero prefissato. E gran parte del merito, se oggi sono un cestista professionista, è di mamma e papà».
Awudu però non è l’unico in famiglia che ha lottato per arrivare alla strada del successo: c’è anche suo fratello Samir, aspirante cantante e concorrente dell’attuale edizione di All Together Now. «Arrivare in alto è dura per tutti: per mio fratello lo è stato ancora di più perché si è formato da solo, anche registrando qualche canzone a casa di amici» spiega Awudu Abass «Per me è stato difficile invece perché la competizione era tanta e in adolescenza ogni distrazione può costarti cara». E con Samir, quando può, ci passa parecchio tempo «quando ho una giornata libera lui mi raggiunge a Milano e stiamo insieme. Cantiamo in macchina, abbiamo tante canzoni che ci uniscono: una di queste è Adonai di Sarkodie».
La carriera di Abass e un sogno “accarezzato”
Dall’inizio della sua adolescenza fino al 2016, Abass ha indossato una sola maglia: quella della Pallacanestro Cantù. In mezzo, un Oro nell’Europeo U20 con la nazionale italiana nel 2013. A Cantù si sentiva a casa, al punto che addirittura – ridendo – afferma «avevo le chiavi del palazzetto. Andavo anche negli orari più improponibili, tipo la sera prima di uscire con gli amici». Poi, nel 2016, decide di lasciare Cantù e trasferirsi a Milano. E qualche suo ex tifoso ci rimane anche male: «non sono andato via da lì perché non mi trovavo bene, anzi. Milano però è una società più ambiziosa, che compete a livelli altissimi, anche se poi l’avventura milanese non è andata come mi aspettavo». Quell’estate arriva anche l’esordio in Nazionale e, quando gli ricordiamo che è stato il primo italiano afrodiscendente ad aver esordito, ci rivela che non lo sapeva, ma per un motivo.
“Non ci ho mai fatto caso perché per me è la normalità. E voglio che anche per gli italiani lo diventi: non bisogna considerare l’esordio in nazionale di un ragazzo con la pelle nera come un evento speciale”, spiega.
Un’avventura non entusiasmante a Milano, poi due anni a Brescia e l’approdo a Bologna, dove nell’ultima stagione ha vinto uno scudetto. Ed è al termine della stagione passata che Abass accarezza uno dei suoi sogni: giocare l’Olimpiade con l’Italia. Dopo aver disputato il torneo di qualificazione alle Olimpiadi, viene però escluso dal team per Tokyo nell’ultima selezione. «Giocare l’Olimpiade era un mio obiettivo ed è normale che io ci sia rimasto male» afferma Abass «Ma sia quell’evento che l’infortunio dopo un paio di mesi mi hanno soltanto dato un’ulteriore spinta in più per allenarmi ogni giorno meglio, diventare più forte e raggiungere il top della mia carriera vincendo ancora con la Virtus Bologna».
La vita privata e gli obiettivi futuri
Awudu è sposato e ha anche una bambina di 2 anni, che si dice pronto a educare sulla scia dei suoi genitori. «È ancora piccolina, ma quando crescerà potrebbe subire qualche discriminazione. Discriminare per il colore della pelle è davvero assurdo: so che è una banalità, ma non bisogna chiamarci “di colore”, perché tutti siamo “di un colore”» spiega Awudu Abass.
«Sarò pronto a proteggerla e soprattutto le indicherò come comportarsi in determinati casi, proprio come i miei genitori hanno fatto con me e mio fratello Samir: rispondere a tono non ne vale la pena. Meglio ignorare certa gente oppure dare loro una risposta che non si aspettano» aggiunge.
Nonostante si alleni parecchie ore a settimana, trova infatti sempre il tempo per la famiglia e gli amici. «Io con loro parlo di tutto, li chiamo anche solo per caricarmi, perché quando finisco di parlare con loro potrei giocare un match intero e segnare 40 punti. È importante per chiunque avere almeno una persona con cui sfogarsi, aprirsi e confrontarsi». Awudu non ama sprecare il suo tempo, non solo nello sport. «Nel mio tempo libero mi piace formarmi: studio, leggo libri o guardo dei video su YouTube. Amo leggere libri di psicologia o di formazione professionale» spiega Abass «ho tanti progetti in corso, ma non voglio spoilerare nulla: a breve uscirà qualcosa».
Le idee su ciò che farà al termine della sua carriera da cestista non sono ancora chiare, ma la determinazione, la voglia di arrivare prima degli altri e di raggiungere l’obiettivo con mille sacrifici lo porteranno ad ottenere ancora tanti successi, nel basket e nella vita di tutti i giorni. E con lui anche il fratello Samir, più piccolo, ma cresciuto sulle orme di Awudu, a cui lui e i suoi hanno insegnato come lottare e perseverare per arrivare al traguardo.
Foto: Ufficio stampa / Virtus Bologna