Banca Mondiale, in Africa frena la crescita e aumenta il rischio di disordini

di claudia
economia

di Michele Vollaro

Nuove sfide economiche, esacerbate dall’invasione russa dell’Ucraina, attendono le economie dell’Africa Sub-sahariana colpite da questa nuova crisi mentre ancora erano impegnate nella lotta per riprendersi dalla recessione del 2020 indotta dalla pandemia del coronavirus (Covid-19).

A sostenerlo è il rapporto Africa’s Pulse, lo studio semestrale che Banca Mondiale realizza per monitorare lo stato di salute dell’economia dell’Africa sub-sahariana, secondo cui le prospettive macroeconomiche a breve termine della regione, prevedono una crescita del 3,6% per il 2022, in calo rispetto al 4% del 2021. Questo rallentamento avviene in un contesto regionale di persistenti nuove varianti della malattia da coronavirus (Covid-19), inflazione globale, interruzione delle catene di approvvigionamento e shock climatici. L’aumento dei prezzi globali delle materie prime, che è accelerato dall’inizio del conflitto Russia-Ucraina, si aggiunge alle altre sfide economiche della regione.

Come maggiori esportatori di derrate alimentari al mondo, la Russia – che è anche il più grande esportatore di fertilizzanti al mondo – e l’Ucraina rappresentano una quota significativa delle importazioni di grano, mais e olio di semi di molti paesi dell’Africa sub-sahariana, sia direttamente sia attraverso le triangolazioni dei paesi del nord Africa. Queste linee di approvvigionamento, già messe a dura prova potrebbero essere totalmente interrotte se il conflitto continua. Mentre le economie dell’Africa sub-sahariana saranno probabilmente colpite dall’irrigidimento dell’economia globale e da una riduzione dei flussi finanziari esteri verso la regione, l’analisi nota che l’aumento dei prezzi del carburante e degli alimenti porterà a una maggiore inflazione nei paesi africani. Le aree più colpite saranno le zone più povere e vulnerabili  dei paesi, specialmente nelle aree urbane. Nell’attuale contesto di maggiore instabilità politica, c’è il timore che ripetuti episodi di disordini civili possano scoppiare a causa dell’inflazione guidata dal rapido rincaro di prezzi dell’energia e del cibo.

“Mentre i paesi africani affrontano una continua incertezza, l’interruzione delle forniture e l’impennata dei prezzi dei fertilizzanti e degli alimenti, le politiche commerciali possono fare la differenza assicurando il libero flusso di cibo in tutta la regione”, dice Albert Zeufack, capo economista della Banca Mondiale per l’Africa. “Con uno spazio di bilancio limitato, i responsabili politici devono considerare opzioni innovative come l’abbassamento o l’eliminazione temporanea dei dazi all’importazione sui prodotti alimentari di base per aiutare i loro cittadini”.

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